Novità di giugno 2021

Carmelo G. Severino, Roma. Esquilino, 1870-1911, Roma, Gangemi, 2019

BIBL CMRC CONS ROMA EB 58

 L'Esquilino è un “quartiere” di Roma geometricamente definito, a maglia regolare, realizzato ex novo sui colli orientali della città dopo il 1870, in un territorio di ben più antica frequentazione umana, le cui prime tracce risalgono alla Roma arcaica dell'ottavo secolo a.C, fornendo così un eccezionale esempio di stratificazione storica plurisecolare.

Nella storia dell'Esquilino moderno, dal 1870 ad oggi, è possibile individuare più fasi di formazione:

-una fase iniziale, che arriva ai primi del '900, con il sindaco Nathan, durante la quale il nuovo “quartiere” viene progettato per segnare il passaggio tra la Roma pontificia e la Roma italiana, rielaborando di fatto quanto già avviato durante il pontificato di Pio IX;

-una seconda fase di assestamento in cui l'Esquilino, ridimensionato nei suoi confini amministrativi, vivendo gli anni della Grande Guerra prima, il regime fascista e l'esperienza bellica dopo, definisce e completa la maglia del suo tessuto socio-economico ed urbanistico giungendo sino agli anni Sessanta del secolo scorso, contrassegnati dal boom economico nazionale;

-una terza ed ultima fase, infine, ancora in atto, in cui l'Esquilino, multietnico e multiculturale, assume un ruolo di cerniera tra una Roma ormai città-metropoli europea e le periferie povere del mondo, come una “grande porta urbana” attraverso cui ci si interscambia con le aree centrali della città.

In questa lettura della formazione dell'Esquilino moderno, molto spazio viene dedicato a piazza Vittorio Emanuele II – che l'Esquilino “evoca, rappresenta e rimanda” – e che costituisce la polarità di riferimento privilegiato, il baricentro da cui si originano quei virtuali cerchi concentrici di storia che si sono dipanati in successione temporale nel corso dei circa 150 anni di storia nazionale, a partire da quel 20 settembre 1870 in cui i bersaglieri del generale Cadorna penetrarono in Roma attraverso la breccia di Porta Pia per fare della città dei papi la capitale del nuovo Stato italiano.

Immagini:Piazza dell'Esquilino (1895), Architettura di Roma Capitale 1870/1970;
Piazza Vittorio la fontana di Mario Rutelli Roma 1985

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Elisa Marroni I culti dell'Esquilino, Roma, Giorgio Bretschneider, 2010

BIBL CMRC CONS ROMA EB 60

Il volume di E. Marroni ricostruisce la storia e la topografia di un'ampia zona di Roma antica, l'Esquilino, ripercorrendone l'evoluzione cultuale attraverso l'analisi combinata di fonti letterarie, dati archeologici e topografici, e di testimonianze epigrafiche.

Il volume, costituito da tre sezioni, si apre con una parte introduttiva di carattere generale su topografia e urbanistica dell'area, la cui conoscenza è stata fortemente ostacolata dalle profonde trasformazioni urbanistiche occorse nel tempo, alla base in molti casi della perdita della stratigrafia in vari punti del colle; l'Autrice fa un'attenta ricostruzione delle presenze sacre attestate a partire dall'età arcaica fino a quella medio-imperiale e degli interventi edilizi nel quartiere fino alle modifiche sostanziali intervenute in età moderna, quando l’urbanizzazione della nuova capitale nella fase post-unitaria comportò la distruzione di molte strutture, alterandone e compromettendone l’interpretazione dal punto di vista archeologico.

Una parte importante è dedicata anche alla necropoli esquilina.La destinazione funeraria dell’area è documentata dalle fonti letterarie e archeologiche fin da età antichissima: la necropoli, nata intorno al IX secolo a.C. occupava la zona compresa tra le attuali via Merulana, via Lanza e la Chiesa di S. Martino ai Monti. L’area ben presto si estese al di fuori della città antica e rimase in uso fino al I secolo a.C. ospitando sepolture di personaggi pubblici importanti.

Alla funzione funeraria dell’area subentrò nel I secolo a.C. quella residenziale: della bonifica fu incaricato Mecenate, da Ottaviano Augusto. L’Esquilino fu convertito in una delle zone residenziali più prestigiose dell’Urbe con l’impianto di una serie di horti, rientrando tra le proprietà giulio-claudie, fino all'impianto della Domus Aurea che ne ribadì la vocazione residenziale, arricchita dalla costruzione delle Terme di Tito e poi Traiano. La destinazione abitativa venne mantenuta anche in età tardo antica e alto medievale.

Segue poi una sezione di inquadramento generale sui culti presenti in questo quartiere di Roma, ed infine, un vero e proprio catalogo delle divinità a cui erano consacrate aree sacre, per ciascuna delle quali vengono presentate e commentate tutte le testimonianze esistenti, dai più antichi sacrari degli Argei, al culto di Apollo, Diana, Cibele, Ercole, Asclepio, etc. Viene infine proposta una lettura storico-religiosa, in chiave diacronica e tematica, delle evidenze riscontrate ed analizzate: emerge una precisa corrispondenza tra i culti e le trasformazioni urbanistiche della zona, con il passaggio da antiche divinità familiari legate alle abitazioni, a quelle più connesse con la funzione necropolare,fino alle divinità classiche e di origine orientale.

 Immagine: Tomba dei Fabii o Fannii (Musei Capitolini, Centrale Montemartini). Dalla necropoli dell'Esquilino.

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Mariarosa Barbera, Marina Magnani Cianetti  (a cura di), Minerva Medica: ricerche, scavi e restauri, Milano, Electa, 2019

BIBL CMRC CONS 726.10937 MIN

La monografia completa su uno dei più singolari e arditi monumenti del IV secolo a Roma destinato a esercitare una forte influenza nell'architettura moderna e ad essere protagonista di una straordinaria fortuna visiva nel vedutismo. Per le sue imponenti dimensioni e per la sue avveniristiche soluzioni costruttive, essendo rimasto sempre visibile nel suo stato di maestosa, isolata rovina, il cosiddetto Tempio di Minerva Medica ha costituito un modello esemplare per gli architetti a partire dal Rinascimento e uno dei monumenti più riconoscibili e immortalati nelle vedute di Roma, fino agli sconvolgimenti moderni dell'impianto del quartiere Esquilino, che hanno costretto l'edificio tra i binari della Stazione Termini e l'edilizia popolare del quartiere umbertino.

Il volume comprende importanti contributi sul contesto antico e moderno, gli esiti dell'indagine archeologica delle preesistenze, l'analisi accurata della struttura tipica dell'età tardoantica con la sua amplissima cupola illuminata e alleggerita da finestroni con inediti rendering che mostrano come l'aula principale e gli annessi dovessero essere arricchiti da una sontuosa decorazione. All'accurata descrizione della storia conservativa dell'edificio fino ai più recenti restauri, segue un ricco album di immagini con una selezione di dipinti, disegni, stampe e fotografie, anche meno noti, che illustrano la vita della struttura dall'età più antica alla contemporaneità.

 

 Risorse digitali sull'Esquilino: 

 Film e curiosità:

Parigi o cara, (1962), di Vittorio Caprioli con Franca Valeri, Vittorio Caprioli, Fiorenzo Fiorentini, Margherita Girelli.

  La terrazza dove Delia (Valeri) litiga con Grazia (Girelli), un’amica per la quale aveva preso un appuntamento e che all’ultimo momento si era tirata indietro, è quella del Convento di Sant’Eusebio, situato in Piazza Vittorio Emanuele II 12/a a Roma

Roma violenta, (1975) di Franco Martinelli (Marino Girolami) con Maurizio Merli. A seguito di una rapina in un ristorante finita con sparatoria e morto, Betti e la sua "ronda" vanno da un ricettatore (Raffaele Di Mario) che è in Piazza Vittorio 55 per trovare la refurtiva. La location è interessante per lo storico cambiamentosubìto dalla piazza dopo lo smantellamento del mercato rionale avvenuta solo nel 2001.

 


Io sono tempesta, (2008) di Daniele Luchetti, con Marco Giallini, Elio Germano e Eleonora Danco.  Commedia dal sapore agrodolce girata quasi interamente nella Capitale, tra San Lorenzo e l'Esquilino, tranne le scene in Kazakistan (ma in realtà è l’Abruzzo).

 

Ladri di biciclette, (1948) di Vittorio De Sica, con Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carelli. A piazza Vittorio il disoccupato Lamberto Maggiorani di "Ladri di biclette" va a cercare il prezioso velocipede che gli hanno rubato, con esiti disastrosi.

 

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