Salvador Dalì, note biografiche

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Salvador Dalí nasce a Figueres, una piccola cittadina della Catalogna, vicino al confine francese, l'11 maggio del 1904, da una benestante famiglia borghese. Suo fratello maggiore, anch'egli di nome Salvador (nato il 12 ottobre 1901), era morto di meningite appena nove mesi prima. Il padre, Salvador Rafael Aniceto Dalí i Cusi (1872-1950), era avvocato e notaio, un uomo rigido che impose ai figli un'educazione all'insegna della disciplina, temperata dalla moglie, Felipa Domènech i Ferrés (1874-1921), che, invece, incoraggiò le aspirazioni artistiche del figlio. All'età di cinque anni, Dalí viene condotto sulla tomba del fratello dai genitori, i quali gli fecero credere di esserne la reincarnazione. Dalì è talmente afflitto dalla morte di suo fratello che alcune notti va alla tomba a pregare per ore.
Nel 1919 durante una vacanza a Cadaqués con la famiglia di Ramon Pichot, un artista locale, scoprì la pittura moderna. L'anno seguente, il padre di Dalí organizza nella residenza di famiglia una mostra dei suoi disegni a carboncino.  
Nel febbraio del 1921, a sedici anni perde l'amatissima madre, malata di tumore. In seguito Dalì disse che la morte della madre è stata la disgrazia più grande che mi sia capitata nella vita. La adoravo... Non potevo rassegnarmi alla perdita di una persona su cui contavo per rendere invisibili le inevitabili imperfezioni della mia anima. Poco dopo, il padre sposò la sorella della moglie.
Nel 1922 frequenta l'Academia de San Fernando (Accademia di belle arti). Ma l'anno dopo  accusato d'avere organizzato una protesta (finita con l'intervento della polizia) viene espulso e poi arrestato nel 1924, episodio che lo portò a dipingere Il bambino malato.
Dalí, che già si distingue per i suoi vestiti eccentrici in stile dandy si accosta anche al movimento dadaista, che lo influenzerà per tutta la sua vita. Alla Residencia diventa intimo amico di Pepín Bello, di Luis Buñuel e soprattutto di Federico García Lorca. 
Nel 1926 Dalí è espulso dall'Academia poco prima di sostenere gli esami finali, poiché aveva affermato che nessuno nell'istituto era abbastanza competente da esaminare uno come lui. Sempre in quell'anno visita per la prima volta Parigi, dove incontra Picasso, Magritte, Miro’; è influenzato dai maestri del Rinasmento ma anche dalla pittura metafisica di De Chirico e Carrà.

Dalí, ispirandosi al grande maestro del Seicento spagnolo Velazquez, si fa crescere vistosi baffi, che diventano un tratto inconfondibile e caratteristico del suo aspetto.
 
Nel 1929 viene accolto nel gruppo surrealista di Breton, dal quale viene escluso nel 1934, per le sue simpatie nei confronti dei regimi di destra
Sempre nel 1929, incontra a Parigi Helena Ivanovna Diakonova, poi Gala, moglie di Paul Eluard, che sposerà in seguito divenendo la sua musa e compagna di vita per oltre cinquanta anni.
Il surrealismo di Dalì ha sempre mantenuto un carattere individualistico, che mescola un’eccezionale abilità tecnica a una grande personalità.
Dice di sé: La differenza tra me e i surrealisti è che io sono il surrealismo.
Coinvolge tutti gli aspetti della creazione artistica: scultura, pittura, progettazione, disegno, moda, pubblicità, cinema.
Il suo stile anticonvenzionale, la sua audacia, la sua attitudine ribelle verso l’arte e la politica lo fanno emergere e le sue attività artistiche lo portarono a guadagnare anche l’attenzione del pubblico popolare.
Si interessa alle teorie psicanalitiche di Freud, alla scienza, mette a punto il suo metodo “paranoico – critico”, per esplorare il subconscio e raggiungere un maggior livello di creatività, dipinge spazi onirici, popolati da elementi simbolici.
Il suo dipinto più noto è una tela del 1931 “La persistenza della memoria” originariamente “Gli orologi molli”,
realizzato in appena due ore, in seguito a un malessere fisico legato alla digestione.
Negli anni 40 dichiara di volersi avvicinare alla rappresentazione della realtà con un’espressione pittorica più
classica, sempre caratterizzata dal suo tratto geniale.
I temi ricorrenti sono la donna, il sesso, la religione, le battaglie, le uova, gli elefanti.
Dà spettacolo sempre, mescolando arte e vita, ama definirsi “cannibale”, “maniaco megalomane”, “perverso polimorfo”.
Nel 1974 viene inaugurato il suo museo, il Teatro Museo Dalì a Figueras, sua città natale.
Nel 1978 presenta a New York la sua prima opera iper - stereoscopica.
La moglie Gala muore il 10 giugno 1982, Dalì perde la voglia di vivere e sembra tenti più volte il suicidio
Lascia tracce indelebili, il surrealismo diventa il movimento artistico più influente del XX secolo, il suo nome,  sinonimo di mondi onirici, genialità, trasgressione, rimane un’icona del nostro tempo.
Muore a Figueras il 23 gennaio 1989
 
 

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