Petrolini è quella cosa che ti burla in ton garbato poi ti dice: ti à piaciato? se ti offendi se ne freg.

 

 

  Petrolini è quella cosa |che ti burla in ton garbato | poi ti dice: ti à piaciato? | se ti offendi se ne freg.

 

Ettore Petrolini pubblicò nel 1913, o più verosimilmente nel 1914, (1) una raccolta di parodie e canzoni dal titolo Ti à piaciato?”,  presso la tipografia G. Bracony di Roma.

La Biblioteca istituzionale acquisì una copia di questa prima edizione dell’opera nel 1957. Sull’occhietto, campeggia una scrittura autografa dell’artista, ossia, nello specifico, una dedica che Petrolini offrì ad Antonio Gandusio, grande attore istriano, ma anche suo collega e amico. La dedica è informale, affettuosa e rispettosa, come si conviene in un rapporto di amiciziaPetrolini si rivolge a Gandusio utilizzando, familiarmente, il nome al diminutivo (Tonino) e si firma senza apporre il cognome (Ettore).

                                A | Tonino il succo del | mio talento! | Ettore.

                                                      

Dobbiamo supporre che poi, venuto in possesso del libro, Antonio Gandusio, che era anche un collezionista e bibliomane, vi applicò il suo ex libris, un’etichetta illustrata con Arlecchino e Pantalone in rosso e nero, posti l’uno di fronte all’altro; al centro, nello spazio tra le due maschere, il monogramma a caratteri intrecciati A(ntonio) G(andusio) dell’attore. Nel corso della sua lunga carriera, Gandusio interpretò spesso il ruolo Arlecchino, prevalentemente nella versione di Goldoni, ma anche nel rifacimento del commediografo e librettista Giuseppe Adami. Era sicuramente una maschera che amava, che lo divertiva e che sapeva interpretare con maestria, grazie anche alle sue caratteristiche fisiche. Di Arlecchino disse:Arlecchino era l'unica maschera che mi facesse ridere. Era una rivelazione istintiva di comicità”.

L’immagine delle due maschere affrontate è presente anche sulla carta intestata che Gandusio usava per la sua corrispondenza.

                                                                

 

  (1)     Nel catalogo SBN la data dell’opera, seppur racchiusa tra parentesi quadre e quindi presunta, è il 1913. In realtà, sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, n. 129, 24 maggio 1915, alla pagina dell’elenco delle opere depositate per la riserva dei diritti d’autore si legge che la data di edizione (Roma, G. Bracony) è il 26 ottobre 1914
 

 

 

 I protagonisti

 Ettore Petrolini (1884-1936), romano, è stato attore, drammaturgo, cantante, sceneggiatore, scrittore.

Quarto di sei figli, frequentò fin da ragazzo i teatrini romani, improvvisandosi attore per divertimento. Non volle frequentare la scuola né imparare un mestiere. Il padre lo fece rinchiudere nel riformatorio di Bosco Marengo dopo che ferì, forse casualmente, un suo compagno. Una dura esperienza che Petrolini ricordò con toni accorati nelle sue memorie.

A quindici anni decise di lasciare la casa paterna per dedicarsi alla carriera teatrale. Probabilmente, il suo esordio artistico risale all'anno 1900, nel teatro Pietro Cossa di Trastevere. In seguito, si esibì in un teatrino di Campagnano, nella compagnia dell'impresario Angelo Tabanelli, con la macchietta del Bell’Arturo. Continuò la sua gavetta nei teatri popolari, ma anche in alcuni caffè-concerto di buon livello, come il Gambrinus e il Morteo di Roma.

Nel 1903 Petrolini incontrò Ines Colapietro, quindicenne, che fu sua compagna di lavoro o e di vita, nonché madre dei suoi figli, Renato e Oreste. Ettore e Ines formarono la coppia comica Loris-Petrolini, che si scioglierà alla fine dell'estate del 1911.

In quegli anni Ettore Petrolini aveva già messo a punto il suo straordinario repertorio di macchiette, come Giggi er bullo, i Salamini, Fortunello, capisaldi di una comicità che Petrolini riassumeva così: “Imitare non è arte perché se così fosse ci sarebbe arte anche nella scimmia e nel pappagallo. L'arte sta nel deformare”. Fortunello, in particolare, suscitò l'entusiasmo dei futuristi e di Filippo Tommaso Marinetti. Petrolini, che pure si era burlato di Marinetti negli Stornelli maltusiani, a sua volta si lasciò lusingare dall'ammirazione dei futuristi partecipando ad alcune delle loro "serate". E seguendo la moda futurista dei versi maltusiani, ne compose alcuni, tra i quali quello che lo definisce:

Petrolini è quella cosa |che ti burla in ton garbato | poi ti dice: ti à piaciato? | se ti offendi se ne freg.

Altro personaggio del suo repertorio fu Nerone, che in genere è considerato una satira della retorica del regime fascista. In realtà Petrolini vi lavorò fin dal 1917, ben prima dell'ascesa di Mussolini, prendendo spunto, probabilmente, dalle pellicole cinematografiche di quei tempi.

Più tardi, il repertorio di Petrolini si volse alla rielaborazione di opere più complesse e impegnative, anche di autori come Molière (Il medico per forza) e Pirandello (Agro di limone, tratto da Lumìe di Sicilia), per approdare infine alla scrittura di nuove commedie come Gastone (1924) e Chicchignola (1930).

Agli anni Venti risale l'incontro di Petrolini con Elma Krimer, che divenne la sua compagna e più tardi sua moglie.

Negli anni Trenta, con l'avvento del sonoro, Petrolini tornò al cinema: Nerone, di Alessandro Blasetti, un lungometraggio sui suoi personaggi, Gastone, Nerone, Pulcinella; Cortile, di Carlo Campogalliani, tratto dalla commedia di Fausto Maria Martini; Medico per forza, sempre per la regia di Campogalliani.

Petrolini fu anche scrittore di testi non teatrali, autore ed interprete di canzoni di successo, come le indimenticabili Una gita a li castelli, conosciuta anche come Nannì, e la famosissima Tanto pe' canta’, cantata in seguito da tanti artisti, tra i quali una menzione particolare spetta a Nino Manfredi.

Re del varietà, della rivista, dell'avanspettacolo, il precursore del moderno cabaret, si ritirò dalle scene nel 1935 per una grave forma di angina pectoris. Morì il 29 giugno 1936, a soli cinquantadue anni.

 

Link utili:

 

Opere di e su Petrolini presso la nostra biblioteca:

http://opac.regione.lazio.it/SebinaOpac/query/petrolini?bib=RL1RP&context=catalogo

 



Antonio Gandusio (1873-1951), attore teatrale e di cinema, nacque a Rovigno d’Istria e morì a Milano, dopo una vita d’intensa attività artistica.

 Frequentò le scuole superiori a Trieste, poi studiò a Roma, dove iniziò a recitare, e a Genova, dove si laureò in giurisprudenza. Avendo definitivamente intrapreso la strada del teatro, si affermò dapprima nella recitazione di commedie leggere, maliziose e farsesche (pochade), poi si accostò a quelle di maggiore impegno letterario e umano (Pirandello) e a quelle del repertorio classico (Goldoni e Molière). Ma la sua speciale passione per il teatro comico lo condusse a lavorare soprattutto nell’ambito della commedia italiana brillante e del grottesco, quella di Chiarelli, Antonelli e Cantini. Lavorò presso molte compagnie italiane e fu capocomico, fondò compagnie proprie, ebbe contatti con centinaia di personaggi del mondo dello spettacolo e fece del teatro la sua vera ragione di vita. A Rovigno d’Istria gli fu intitolato un teatro già nel 1925. 

Aveva una voce particolare, cupa e profonda, un’incredibile mimica facciale e una grande agilità di movimento, tutte caratteristiche che gli conferivano una grande presenza scenica; fu anche uno dei principali interpreti del cinema brillante italiano insieme a Sergio Tofano, Paolo Stoppa, Paola Borboni: “Indimenticabili le sue caratterizzazioni del burbero benefico interpretate con una notevole vena di bonomia ed ironia che siamo ancor oggi in grado di apprezzare”.

 Fu anche un raffinato bibliomane. Alla sua morte la sua vasta biblioteca, costituita da 5430 opere teatrali (di cui 100 cinquecentine e 200 seicentine) fu acquisita dalla Biblioteca di Casa Borelli, una casa di riposo per artisti nata nel 1931. Presso la struttura arrivarono anche i suoi copioni di scena, i ritratti fotografici e molti documenti.

  

Link utili:

 

 

 

Galleria fotografica: 
Cento anni di Roma. La storia della capitale per immagini: cronaca, politica, cultura dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri, Napoli , Intra Moenia, 2007. Copertina
Cento anni di Roma. La storia della capitale per immagini: cronaca, politica, cultura dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri, Napoli, Intra Moenia, 2007. Ritratto di Petrolini
Il Mattino Illustrato, giugno/luglio 1936. Nella foto: Petrolini, Gandusio e Fregoli sulla spiaggia di Viareggio nel 1935 (da Wikipedia)
E. Petrolini, Ti a' piaciato?, Roma, G. Bracony, [1913]. Copertina
E. Petrolini, Ti a' piaciato?, Roma, G. Bracony, [1913]. Occhietto
E. Petrolini, Ti a' piaciato?, Roma, G. Bracony, [1913]. Seconda di copertina
Gandusio in scena (foto tratte da: https://www.istrianet.org/istria/illustri/gandusio/index.htm)
Ritratto di Gandusio (foto tratte da: https://www.istrianet.org/istria/illustri/gandusio/index.htm)
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