Maggio dei Libri 2020. Rassegna letteraria: i luoghi del territorio metropolitano nelle grandi opere della Letteratura

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 In un suggestivo intreccio tra letteratura, territorio e memoria, la Biblioteca propone una scelta di brani tratti da romanzi, racconti, novelle, poesie, in cui siano raccontati, descritti o menzionati i paesi e le città del nostro territorio, per comprendere l’ispirazione che ha guidato alcuni grandi autori dell’Ottocento e del Novecento attraverso le nostre campagne, le nostre spiagge, il nostro mare, i nostri borghi, per riviverne le emozioni e accoglierne le suggestioni; perché le case, le strade, le stazioni, i monti, quando vengono raccontati, diventano un patrimonio culturale e ambientale da valorizzare, anche attraverso la condivisione e la diffusione dei testi.

 

Molti grandi scrittori, come Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Gabriele D’Annunzio, Federigo Tozzi, Luigi Pirandello, Ennio Flaiano, hanno posato lo sguardo sulla costa, da Civitavecchia a Nettuno; altri, come Gianni Rodari, ancora Alberto Moravia, e soprattutto Giorgio Bassani, hanno lasciato ricordi toccanti dell’area ceretano-sabatina; la zona a nord-est della Capitale, quella a ridosso del Monte Soratte, è stata menzionata da Maria Bellonci, da Giuseppe Berto e narrata da Federigo Tozzi; nella Valle dell’Aniene, amata e descritta da Rafael Alberti, si ambientano opere di Antonio Fogazzaro e di Maria Bellonci; l’area prenestina fu amata e descritta da Thomas e Heinrich Mann. Infine, l’area dei Castelli Romani, apprezzata e amata in ogni tempo, fu narrata da Stendhal, George Byron, George Sand, Hans Christian Andersen, Luigi Pirandello, Gabriele D’annunzio, Carlo Emilio Gadda, Giuseppe Ungaretti, Achille Campanile, Sibilla Aleramo e ammirata anche da Henry James.

Dall’elenco sottostante è possibile accedere alla pagina dedicata a ciascun autore; oltre a una breve introduzione al brano selezionato, un link consente la fruizione di e-book, audio libri, letture ad alta voce, film, quando presenti sul catalogo collettivo o sul web.

 

Giorgio Bassani e Cerveteri

Fu durante una delle solite gite di fine settimana. Distribuiti in una decina d’amici su due automobili, ci eravamo avviati lungo l’Aurelia subito dopo pranzo, senza una meta precisa”. LEGGI SCHEDA

George Sand e Frascati
“Insomma, qui a Frascati si entra in un altro mondo, un piccolo mondo di giardini nelle rocce che, grazie al cielo, non somigliano a nulla, un mondo che ci fa comprendere le delizie della vita antica”.
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Stendhal e Albano
“La foresta della Faiola, i cui alberi giganteschi ricoprono un antico vulcano, fu l'ultimo teatro delle imprese d Marco Sciarra. Tutti i viaggiatori vi diranno che è il posto più bello di quella stupenda campagna romana, il cui fosco aspetto sembra fatto apposta per la tragedia. Essa incorona con la sua nera verdura le vette del monte Albano…”
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Pirandello, Anzio e Nettuno
“Il treno si arrestò ad Anzio, per pochi minuti, e il professor Corvara Amidei stette con tanto d'occhi a mirare ciò che dalla stazione si scorgeva della bella cittadina”
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Luigi Pirandello e Monte Cavo
“I laghi d’Albano e di Nemi: un paio d’occhiali insellato su quel gran naso con la punta all’insù, ch’è il Monte Cavo. “
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Thomas Mann e Palestrina
“Quando durante le ferie del 1912, partendo ancora da Kaisersaschern, feci visita in compagnia della mia giovane moglie a Adrian e a Schildknapp nel nido fra i monti sabini che avevano scelto come luogo di residenza, i miei amici vi stavano già trascorrendo la seconda estate”
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Antonio Fogazzaro, Jenne e Subiaco
“L’orizzonte ardeva, dietro il prossimo Subiaco, sulla obliqua fuga dei monti Sabini che da Rocca di Canterano e Rocca di Mezzo vanno verso Rocca San Stefano”
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Alberto Moravia e Torre Astura, passando per Genzano e Anzio
“Volevo mostrare la spiaggia di Torre Astura a due miei amici che non ci erano mai stati, e così, nonostante il cattivo tempo, si partì di mattina”.
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Gianni Rodari, Civitavecchia, Tolfa e Allumiere
“Lassù lassù, tra i monti della Tolfa, dove i funghi sono sempre porcini e le castagne non hanno mai il verme; ma qualche volta anche laggiù laggiù, nella Piana delle Lumache, dove le acque del Mignone vagano senza un'idea precisa, si aggira un solitario cow-boy”.
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Maria Bellonci e Castelnuovo di Porto
“La sera, toccando il venticinquesimo chilometro videro profilarsi a destra una collinetta fasciata dal grigio dilavato degli olivi e scoprirono tra mura fortificate e torrioni la forma di un campaniletto duecentesco.
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Giuseppe Berto e Riano
“Potevo mangiare anche bucatini all'amatriciana se li mangiavo volentieri, e io poi quando uscii dal suo studio tornando verso casa in compagnia di mia moglie che era venuta a prendermi”
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Federigo Tozzi e Sant’Oreste
“Ma andavamo anche sul Monte Soratte. Scesi dal tranvai, alla stazione di Sant’Oreste, prendevamo su per una oliveta scura e immobile
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Alberto Moravia e il lago di Bracciano
“Decidemmo di tornare sul lago di Bracciano per vedere se trovavamo qualche cosa da mangiare, in uno di quei paesini tanto belli, Anguillara oppure Trevignano. Per tutta la corsa che fu vertiginosa, non cessammo un sol momento di parlare male della gente intorno a Roma.”
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Alberto Moravia e Fiumicino
"Poco più giù voltai e presi per la strada di Fiumicino. Questa strada, poco dopo, passa il Tevere sopra un ponte nuovo, e c'è una vista bellissima".

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 Hans Christian Andersen, Ariccia e Genzano
“Si era nel mese di giugno. Si avvicinava così il giorno in cui tutti gli anni si celebra la festa dei fiori a Genzano”.
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Rafael Alberti e la Valle dell’Aniene
“Licenza fra prodigi / per non precipitare nella valle. Roccagiovane / chissà dove sarà? Divinità nascosta? / Salda, ordinata, Mandela mi saluta / con la sua alta torre pallida. Mi offre / la sua chiesa Vicovaro.”
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Ennio Flaiano e Fregene
“ Come sono belle queste giornate deserte al mare, come si riprende contatto col tempo e ci si lascia andare nel dolce abbandono dell’autunno limpido![…] La notte ora è silenziosa, i cani non abbaiano più alla Luna, che si leva tardi, e che a giorno fatto indugia ancora alta sul mare, sfrangiata verso ponente”
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Gabriele D’Annunzio e Nemi
“Era il ritorno. Il sole spandea per i boschi ducali,
precipitando, un fuoco torbido. Ma su l’acque,
chiuse da quel gran cerchio di tronchi infiammati, un pallore
cupo regnava.”

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Byron e Nemi
“Ed ecco Nemi! Incastonato a ombelico fra le colline boscose”
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