24 marzo 1944: “ L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria”. Percorso bibliografico dai volumi della Biblioteca
La Biblioteca Istituzionale e l'Archivio Storico della Città Metropolitana di Roma Capitale commemorano l'anniversario dell'eccidio alle Fosse Ardeatine, del 24 marzo 1944, riproponendo un piccolo percorso bibliografico tratto dalle mostre allestite in sede, nel corso degli anni.
24 marzo 1944: “ L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria”.
[…] Il comando germanico ha perciò ordinato che, per ogni tedesco ucciso, dieci criminali comunisti badogliani, siano fucilati. Questo ordine è già stato eseguito. (Il Messaggero, 25 marzo 1944).
Solo un trafiletto per comunicare al mondo che il massacro è stato portato a termine.
Il 23 marzo, una bomba esplode in via Rasella, uccidendo trentatré soldati del Reggimento Bozen, che tutti i giorni, ribadendo l’occupazione nazista in atto dall’8 settembre 1943, percorrono la strada alla medesima ora. Anche due civili italiani tra le vittime. E’ un atto estremo della resistenza, messo in atto a Roma contro l’occupazione nazista.
La rappresaglia tedesca viene eseguita con la massima rapidità, alla proporzione di dieci contro uno e nessuna richiesta è presentata ai partigiani per evitare l’eccidio.
E’ il Tenente Colonnello delle S.S. Herbert Kappler, che compila la lista delle vittime insieme al Questore Caruso. Trecentotrentacinque vittime, cinque in più delle trecentotrenta previste, provenienti da via Tasso, dal carcere di Regina Coeli e cittadini comuni, estranei alla Resistenza, rastrellati a caso con l’aiuto della polizia fascista, vengono trucidati il 24 marzo 1944, nelle cave di pozzolana, lungo la via Ardeatina.
Le Fosse Ardeatine, così il popolo di Roma denomina le cave, rimangono un segreto fino al giugno del 1944, quando le famiglie delle vittime vengono a conoscenza della portata del massacro. Una delle vittime è Placido Martini, Consigliere provinciale, dal 1910 al 1914: giovanissimo volontario nella Legione garibaldina di Antonio Fratti, va a combattere a Domokos, in Grecia, la sua prima battaglia per l’emancipazione e la libertà degli oppressi. Diventa avvocato e dal 1901 al 1907, come sindaco di Montecompatri, guida i contadini alla conquista delle terre dei principi Borghese. Placido Martini “sovversivo”, viene perseguitato con accanimento dal regime fascista.
Dopo la caduta di Mussolini, è il 25 luglio del 1943, organizza un gruppo di partigiani, stampa volantini e fonda uno dei primi giornali clandestini di Roma. E’ arrestato il 26 gennaio 1944 e condotto a via Tasso, dove è torturato barbaramente.
Venerdì 24 marzo 1944 viene ucciso alle Fosse Ardeatine e come tutti, uno per uno, con un colpo alla nuca.
Insofferente ai soprusi, antifascista irriducibile, acceso patriota, Placido Martini che mette a disposizione la sua vita al servizio degli ultimi e degli oppressi, è disposto a sacrificarla per il raggiungimento di un ideale.
Il Consiglio Provinciale di Roma sceglie Placido Martini come simbolo di antifascismo e civiltà, intitolandogli una sala della sede istituzionale di Palazzo Valentini.
Il percorso bibliografico
Ascarelli Attilio, "Le Fosse Ardeatine", Roma, Canesi, 1965.
[Bibl. C.M.R.C. CA 286]
Bona Giuseppe, "Martirio e eroismo di Gianserico Fontana Medaglia d’oro al V.M.", Roma, Tip. Pais, 1954.
[Bibl. C.M.R.C. CB 76]
Colagiovanni Michele, "Il Generale Simone Simoni martire delle Fosse Ardeatine", Cesena, 2007.
[Bibl.C.M.R.C. CB 24]
Deputazione Provinciale di Roma, "Commemorazione dell’Avv. Placido Martini Consigliere Provinciale di Roma dal 1910 al 1914, trucidato alle Fosse Ardeatine", Roma, Tip. Ospedale S. Maria della Pietà, 1945.
[Bibl.C.M.R.C. Misc. Ra 11]
Portelli Alessandro, "L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria", Donzelli editore, Roma, 2001.
[Bibl. C.M.R.C. CA 444]