Ferdinand Gregorovius, Castel Gandolfo e Genazzano
Ferdinand Gregorovius (1821 – 1891) è stato uno studioso di storia antica, uno dei più importanti autori tedeschi della storia del Rinascimento del XIX secolo, anche noto per i suoi diari Wanderjahre in Italien. Pubblicati tra il 1856 ed il 1877 in cinque volumi, sono il resoconto dei venti anni trascorsi da Gregorovius nel nostro paese, passati quasi tutti a Roma da lui chiamata il mito della mia vita, a studiare il Medioevo e il Rinascimento. Nella primavera dei suoi 31 anni lo storico decise di partire per l'Italia sull'onda di quel Grand Tour che dal Settecento attraeva verso i paesi del Mediterraneo viaggiatori, letterati, artisti e fotografi. A differenza di questi ultimi, non era un giovane da educare, ma uno storico alla ricerca delle tracce dell'arte classica e dei suoi miti. I suoi "Pellegrinaggi" descrivono veri e propri viaggi nel viaggio in cui, con un forte stile letterario, descrive località, curiosità, relazioni umane, esperienze artistiche e naturalistiche. Gregorovius conosceva talmente bene Roma ed i suoi dintorni da amarla con un amore filiale ed un'ammirazione profonda. Della campagna romana invece ci trasmette pittoresche descrizioni di luoghi colmi di poesia e di solitudine.
Guadagnolo e Santuario della Mentorella:
Attraverso monti maestosi di figure ciclopiche siamo andati a Guadagnolo, il paese più elevato della campagna romana, costruito sopra ripide rocce. Non l’abbiamo toccato, ma abbiamo proseguito per Mentorella, vecchia basilica consacrata dalla leggenda a S. Eustachio. La sua fondazione è attribuita al papa Silvestro e a Sant’Elena. Basilica e convento, dove stanno monaci floridi, si trovano sulla roccia sporgente a foggia di scoglio, in una solitudine di rara bellezza. Da qui si scorge tutto il Lazio: il grande Serrone si rimpiccolisce in un cocuzzolo dietro il quale sono visibili ancora tre altre gigantesche catene. Esse formano l’alto Abruzzo, dove giace il bacino del lago di Fucino. La piccola basilica mostra al di fuori stile gotico-romanico, specialmente alle finestre. Lo scrigno delle reliquie contiene preziosi candelabri di stile bizantino, una scultura in bronzo di forma barbara rappresentante gli apostoli e parecchie altre antichità. Il tesoro principale è un intaglio in legno che raffigura la leggenda di Sant’Eustachio e la fondazione del luogo di pellegrinaggio.
Genazzano:
Sono partito da Roma il 25 giugno con Annunziata Spetta, una Veneziana che possiede a Genazzano una casa ed una vigna. […] Ho una piccola stanza sotto il tetto. Fa molto caldo; sul tetto si scaldano al sole delle serpi. Di notte la campagna scintilla di lumi erranti. L’incanto dell’estate è attraente. Ho trovato ciò che cercavo: solitudine e pace. […] Il mio soggiorno di tre mesi a Genazzano è terminato. Bellissime ore passate in questo luogo incantevole.
Ferdinand Gregorovius, Diari romani 1852 – 1874, Avanzini e Torracca Editori, Perugia, 1967
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