La Commedia sublime di Bartolomeo Pinelli e la La Commedia illustrata di Salvador Dalì
La Biblioteca Istituzionale e l’Archivio Storico della Città metropolitana di Roma Capitale, in occasione delle celebrazioni dell'anno dantesco, per il 700° anniversario della morte del Sommo Poeta, in corso per il mese di settembre, a Villa Altieri in collaborazione con il Centro Pio Rajna e la Casa di Dante, ripropongono la mostra bibliografica e iconografica delle opere dantesche antiche e moderne, nonchè incisioni e immagini presenti in Biblioteca. Per approfondimento e per lo streaming della giornata del 9 settembre ►
In particolare tre volumi rari e di pregio di Bartolomeo Pinelli, acquistati dalla Biblioteca il 5 febbraio del 1987 e restaurati nel mese di marzo del 2021 per la mostra virtuale del Dantedì contenenti le tavole illustrate dedicate alle cantiche della Commedia (1824-1826) e il volume Salvador Dalì. La Divina Commedia e altri temi. Opere Grafiche che presenta le realizzazioni artistiche del pittore dedicate ai temi, personaggi e canti dell’opera dantesca. Completano la mostra risorse digitali, e-book, documentari e filmati dedicati al mondo dantesco.
La mostra, bibliografica e iconografica potrà essere visitata, oltre che "virtualmente", anche il mercoledì dalle 09,30 alle 13,30, esclusivamente su prenotazione all'indirizzo mail biblioteca@cittametropolitanaroma.gov.it.
L’importanza della figura di Dante Alighieri, della cui biografia di cui peraltro si sa pochissimo, in questo periodo particolare della nostra nazione, è ancora più significativa: la Commedia, è anche il testo che ha fondato la lingua italiana letteraria e ha promosso il volgare toscano da una dimensione dialettale a lingua nazionale, facendone il nucleo della nostra identità. Per questo, il percorso proposto inizia dalle due opere artistiche prima menzionate dalle quali sono tratte anche le immagini che successivamente potranno essere fonte di ispirazione per i laboratori artistici e le perfomance dei ragazzi impegnati negli stage di alternanza scuola lavoro a Villa Altieri.
La Commedia, infatti da sempre suscita emozioni in tutti noi, soprattutto nei giovani e [...] il poema dantesco, benché dotato di uno spessore culturale impressionante, […] continua a parlare a tutti e a essere il libro meno libresco di ogni altro. Nessuno può pensare all’Inferno e al Purgatorio (meno il Paradiso, terreno privilegiato per l’ingegno dei dotti) in un modo diverso da quello che si è inventato Dante che con il potere metamorfico della fantasia ha rivestito di realtà un mondo immaginario. E lo ha fatto trasfigurando con la poesia leggende popolari, visioni, superstizioni, rozze figurazioni di cantastorie, assecondando il gusto per il grottesco, per il mostruoso, per il magico, per il sorprendente. […] A ogni verso della Commedia c’è una situazione che ci colpisce con forza e che, per dirla con un suo grande lettore, "ancora oggi ha il potere di accelerare i battiti del nostro cuore". (Andrea Battistini, Corriere della Sera/Cultura del 20 marzo 2020).
La Commedia sublime di Bartolomeo Pinelli (1)
Pinelli Bartolomeo, Bartolomeo Pinelli, romano, le sue invenzioni nello stesso poema di Dante Alighieri, di propria mano incise, Roma, 1825 – 1826.
Bibl. CMRC INC II 38 1 – 3d
La Biblioteca conserva le 145 stampe incise da Bartolomeo Pinelli (note biografiche) per illustrare la Divina Commedia di Dante. Realizzate dall’artista romano tra il 1824 e il 1826, esse raffigurano gli episodi più significativi de l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, accompagnando le immagini con le terzine dantesche. Nelle stampe Pinelli rivela una fantasia prodigiosa delle invenzioni, un tratto sicuro e vigoroso, un’intelligente interpretazione della poesia dantesca. L’impresa di Pinelli rientra in un’ampia riscoperta del poema di Dante che attraversa l’Europa romantica tra lo scorcio del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento e che con una nuova sensibilità vi riconosce l’espressione di un autentico e potente sentimento individuale, il “sublime", che rinnova le invenzioni dantesche traducendole in immagini di grande impatto visivo.
La Divina Commedia pinelliana ottenne subito una grande fortuna critica, anche se non ebbe, di converso, un'adeguata diffusione. Infatti l’opera, rara e di pregio, oltre alla Biblioteca Istituzionale della Città metropolitana di Roma Capitale è posseduta da poche biblioteche a Roma, l’Accademia di San Luca, Calcografia Nazionale e la Biblioteca della Fondazione Besso. Essa testimonia la capacità dell’artista di misurarsi con temi colti e letterari, e la sua aspirazione a superare quei soggetti popolareschi e vernacolari che gli avevano fatto raggiungere la più ampia notorietà.
Le incisioni dantesche (1824-1826), edite in Roma da Giovanni Scudellari, sono complessivamente 144, così suddivise: 66 per l'Inferno, 43 per il Purgatorio, 35 per il Paradiso, oltre a 3 frontespizi, uno per ogni cantica, che contengono gli autoritratti del Pinelli, stesso, autoraffiguratosi, rispettivamente, in atto di essersi addormentato sulla seggiola mentre disegnava Dante e Virgilio (gli fanno corona otto demoni); di essere tirato per le lunghe ciocche dei capelli e per i piedi da tre diavolesse ricacciate da quattro angeli (Pinelli tiene abbracciata al petto una carta, sulla quale è scritto: "Fede Speranza Carità"); in veste classica mentre volge il viso di profilo a un'erma di D. (nello sfondo, Caronte batte col remo i dannati).
In alcune incisioni si fa riferimento alla statuaria antica, (evidente la derivazione dal Laocoonte della tavola per il c. XXIV dell'Inferno). Altri autoritratti dell’artista si riconoscono nelle tavole 8 e 21 dell'Inferno (nella barca di Caronte e nel gruppo dei prodighi), nella tavola 4 del Purgatorio tra le anime del vasello snelletto e leggero, nella tavola 6 del Paradiso tra gli spiriti attivi. Tutte le incisioni sono dedicate Al merito eccelso / di Alessio Francesco Artaud / ...Ch.mo autore della celebre traduzione in idioma francese dell'intera ‛ Divina Commedia ' di Dante .
Note: 1) Costanza Monti Perticari, figlia di Vincenzo Monti e moglie di Giulio Perticari, poetessa e appassionata studiosa di Dante loda «quella semplicità sublime» dell’opera di Pinelli. Tutta la Commedia, secondo Costanza, dimostra come Pinelli abbia «sentito il bello col cuore, prima anche di averlo studiato con la mente».
La Commedia illustrata di Salvador Dalì
Salvador Dalí : La Divina Commedia e altri temi. Opere grafiche, testo di Gian Luca Gualandi, Bologna, Bora, stampa 1994
BIBL CMRC I 375
Nel 1950 Salvador Dalì (note biografiche) riceve dall’Istituto Poligrafico dello Stato italiano il prestigioso incarico di illustrare la Divina Commedia di Dante.
L’artista descrive l’epopea del viaggio dantesco verso la luce con immagini ispirate sia al classicismo rinascimentale che all’epoca in cui vive. E in due anni, utilizzando una commistione di tecniche, termina le illustrazioni. La serie originaria viene esposta in Italia nel 1954 e le illustrazioni verranno stampate, con la trasposizione xilografica, solo tra il 1959 e il 1963.
Questo volume pubblicato nel 1994 nel 1994, ma raro perché oltre alla Biblioteca Istituzionale della Città metropolitana di Roma Capitale è posseduto da poche biblioteche a Roma, Biblioteca di archeologica e Storia dell’arte, Biblioteca dell’Accademia delle Belle Arti e la Biblioteca Nazionale Centrale, contiene le cento illustrazioni per la Divina Commedia di Salvador Dalì che [...] formano nell’insieme una miniera di simboli, di allusioni, di riferimenti esoterici, di sintomi psichici, di segni magici, di strutture allegoriche, di immagini archetipe, vasta come nessun artista nel nostro secolo ha lasciato, come scrisse nel 1989 Roberto Tassi in occasione della grande mostra allestita al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Infatti l’artista per ben due volte nella sua vita è entrato nello spirito di Dante realizzando i cento acquarelli della Commedia che rappresenta per il pittore un viaggio nella memoria della sua attività poliedrica di stili e correnti artistiche sperimentate negli anni.
Dalì organizzò in trittici la sua opera e le cento tavole presenti propongono la Commedia come un testo iterativo in cui ritorna sempre la medesima situazione: un ciclo di morte, resurrezione, beatitudine dalla caduta nel vuoto arazionale, alla riconquista della presenza del soggetto a se stesso, alla gioia di una felicità ritrovata. Il pittore in questo viaggio si immedesima in Dante e già nella prima tavola infernale Dalì/Dante si incammina nel deserto di luce abbandonando la “diritta via”.
Infatti in una sorta di proiezione autobiografica, l’artista apre il primo canto dell’Inferno con l’immagine del poeta nella piana dell’Empurdà, terra natale del pittore, assorto nella contemplazione della sua esistenza.
Nei successivi canti, Dalí inserisce elementi stilistici che ricordano le opere del periodo surrealista. La figura desolata di Bertrand de Born, con le ossa allungate e frammentate (Inferno, canto XXVIII), è un eco dello scheletro spoglio nei Canti di Maldoror; l’angelo caduto (Purgatorio, Canto I) riprende il tema dei cassetti dello Stipo antropomorfico. L’apparizione di Beatrice, al termine della seconda Cantica, è invece, un chiaro tributo a Botticelli, che insieme a Raffaello è l’artista di riferimento nell’opera. Le immagini del Paradiso sono, infine, un tripudio di luce e delicatezza.
levò ’l braccio alto con tutta la testa,
per appressarne le parole sue,
che fuoro: «Or vedi la pena molesta
tu che, spirando, vai veggendo i morti:
vedi s’alcuna è grande come questa.
E perché tu di me novella porti,
sappi ch’i’ son Bertram dal Bornio, quelli
che diedi al re giovane i ma’ conforti.
Io feci il padre e ’l figlio in sé ribelli:
Achitofèl non fé più d’Absalone
e di Davìd coi malvagi punzelli.
Perch’io parti’ così giunte persone,
partito porto il mio cerebro, lasso!,
dal suo principio ch’è in questo troncone.
Così s’osserva in me lo contrapasso».
Inferno, Canto XXIV vv. 133-142
Per correr miglior acque alza le vele
omai la navicella del mio ingegno,
che lascia dietro a sé mar sì crudele;
e canterò di quel secondo regno
dove l’umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno.
Ma qui la morta poesì resurga,
o sante Muse, poi che vostro sono;
e qui Caliopè alquanto surga,
seguitando il mio canto con quel suono
di cui le Piche misere sentiro
lo colpo tal, che disperar perdono.
Solea creder lo mondo in suo periclo
che la bella Ciprigna il folle amore
raggiasse, volta nel terzo epiciclo;
per che non pur a lei faceano onore
di sacrificio e di votivo grido
le genti antiche ne l’antico errore;
ma Dione onoravano e Cupido,
quella per madre sua, questo per figlio,
e dicean ch’el sedette in grembo a Dido;
e da costei ond’io principio piglio
pigliavano il vocabol de la stella
che ‘l sol vagheggia or da coppa or da ciglio.
Io non m’accorsi del salire in ella;
ma d’esservi entro mi fé assai fede
la donna mia ch’i’ vidi far più bella.
Paradiso Canto VIII vv.1-15
Il percorso di lettura
Monografie, incisioni, riproduzioni, curiosità.
Alighieri Dante, Convito di Dante Alighieri ridotto a lezione migliore, Firenze, Allegrini L. e Mazzoni G., 1834.
Bibl. CMRC B 106 2
Alighieri Dante, Dantis Aligherii De Monarchia libri 3, cum italica interpretatione Marsilii Ficini nunc primum in lucem edita, Florentiae, Allegrini et Mazzoni, 1839.
Bibl. CMRC B 106 3
Alighieri Dante, Poesie di Dante Alighieri, precedute da un discorso sulla loro legittimità, Firenze, Allegrini L. e Mazzoni G., 1834.
Bibl. CMRC B 106 1
Antonelli Mercurio, La “Malta” dantesca e l’isola Bisentina, Montefiascone, Tip. M. Liverziani, 1925.
Bibl. CMRC Misc VI 59
Carbone Arduino, Terra e cieli: note di cosmografia dantesca, Casamari, Tip. dell’Abbazia, [dopo il 1966].
Bibl. CMRC Misc VIII 284
Ceresi Maddalena, Collezione manoscritta di codici danteschi della Divina Commedia, esistenti in riproduzione fotografica presso la filmoteca dell'Istituto di patologia del libro “Alfonso Gallo", Roma, 1965 [Estratto. dal Bollettino dell'Istituto di patologia del libro "Alfonso Gallo", a. 24. (1965), fasc. 1.-4]
BIBL CMRC Misc. VI 190
Chiappelli Fredi (a cura di), Opere di Dante Alighieri, Milano, Mursia, 1978.
CONS 853 CLA 1
Cristofori Francesco, Dante e Viterbo: tre commenti storici… compilati dal conte Francesco Cristofori, Siena, tip. S. Bernardino Editrice, 1888.
BIBL CMRC G 1
Dacenko Valentina T., Dante nella letteratura russa, Roma, Palombi, 1973.
Bibl. CMRC CONS BARB 891 DAN
De Courten M. Giartosio L., La Beatrice di Dante di G. Rossetti. Storia di un manoscritto e di un plagio, in “Nuova Antologia: rivista di lettere, scienze ed arti”, Serie 7, v.273, 1930, p.429-444;
BIBL CMRC RIV B 99 1-6
Frattarolo Renzo, Dalle origini a Dante, Roma, Gismondi, 1957.
Bibl. CMRC B 56 20
Mancini Augusto, La Beatrice di Dante e il Canova, in “Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti”, Serie 6, v.230, 1923, p.343-347;
BIBL CMRC RIV B 99 1-6
Mostra, Italia di Dante, Roma, 1965.
BIBL CMRC Misc III 101
Muñoz Antonio, Roma di Dante, Milano – Roma, Casa editrice d’arte Bestetti & Tumminelli, 1921.
BIBL CMRC E 217
Orioli Giovanni, Dante e Michelangelo a Roma, Roma, Palombi, 1967.
BIBL CMRC C 360
Pinelli Bartolomeo, Bartolomeo Pinelli, romano, le sue invenzioni nello stesso poema di Dante Alighieri, di propria mano incise, Roma, 1825 – 1826.
Bibl. CMRC INC II 38 1 – 3
Pocino Willy, Dante e Celestino 5, Casamari, Tip. Abbazia, 1960.
Bibl. CMRC Misc VII 321
Ricci Egidio, Dante e la Ciociaria, Roma, Edizioni Nazionali, 1965.
Bibl. CMRC B 172 1 -2
Salvador Dalí: La Divina Commedia e altri temi. Opere grafiche, testo di Gian Luca Gualandi, Bologna, Bora, stampa 1994
BIBL CMRC I 375
Sonnino Sidney, Beatrice, in “Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti”, Serie 6, v.216, 1922, p.318-336;
*Sidney Sonnino, Ministro delle Finanze(1893-1894) e del Tesoro(1893-1896), Presidente del Consiglio dei Ministri (1906,1909-1910) e Ministro degli Esteri del Regno d’Italia, su impulso della Regina Margherita di Savoia, fu il fondatore nel 1913 della Casa di Dante a Roma.
BIBL CMRC RIV B99 1-6
Turri Vittorio, Dante: 1265 – 1321, Firenze, Barbera, 1907.
Bibl. CMRC CONS BARB 920 TUR
Ursino Giuseppe, La giustizia nel poema di Dante, Roma, Arte della Stampa, 1955.
BIBL CMRC Misc VII 187
Paperdante, opera a fumetti Disney
I grandi della letteratura DanteAlighieri, raiplay
Le poesie liriche di Dante Alighieri, eBook - Internet Archive - 2008
pdf FREE , epub FREE
Delle prose e poesie liriche di Dante Allighieri 4 Della lingua volgare
Alighieri, , eBook - BNCF - 1850, pdf FREE , epub FREE
Film:
Beatrice, di Herbert Brenon (1919). Film muto interpretato da Francesca Bertini.
Dante e Beatrice, di Mario Cesarini (1913). Mediometraggio muto narra l'incontro tra i giovani Dante e Beatrice sul Lungarno, il loro innamoramento, la separazione ed il matrimonio combinato di Beatrice che si conclude con la sua morte prematura. Dante, distrutto dal dolore intraprende gli studi che lo condurranno alla composizione delle sue opere fino alla Divina Commedia, in cui ritrova la sua amata che lo conduce nel viaggio in Paradiso.
L'Inferno, di Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro e Adolfo Padovan (1911). Film muto composto da 54 scene ispirate alle illustrazioni dell'Inferno di Gustavo Dorè, con effetti speciali sorprendenti e grandi masse di comparse. I Tangerine Dream, gruppo tedesco specializzato in sonorità elettroniche e colonne sonore fantasy, ne sperimentarono la risonorizzazione.
Il Conte Ugolino di Giuseppe de Liguoro (1908). Cortometraggio sulla vita del conte Ugolino Della Gherardesca che Dante incontra nel canto XXXIII dell'Inferno.
La nave di Satana (Dante's Inferno) di Harry Lachman (1935). Con Spencer Tracy e Claire Trevor, Jim Carter è un noto illusionista e creatore di scenografie da luna park della Divina Commedia di Dante, specialmente dell'Inferno. Un giorno però il suo baraccone va a fuoco e Carter si ritrova all'inferno veramente.
Il Conte Ugolino di Riccardo Freda (1949). Sceneggiatura di Steno e Mario Monicelli, con Carlo Ninchi.
Totò all'Inferno, di Camillo Mastrocinque (1955). Totò, Ubaldo Lay, Franca Faldini, Aldo Giuffrè. Liberamente ispirato alla Divina Commedia, è incentrato sulle rocambolesche vicende di Antonio Marchi,che dopo aver tentato il suicidio più volte annega accidentalmente e si ritrova all'inferno. Scambiato come la reincarnazione di Marc'Antonio viene spinto da Belfagor tra le braccia della bella Cleopatra. Dopo varie avventure nei gironi infernali, Totò si risveglia da quello che era solo un sogno.