La villeggiatura: località balneari del territorio metropolitano dalle cartoline d'epoca. Mostra iconografica e multimediale dal patrimonio della Biblioteca Istituzionale e dell'Archivio Storico

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[...] Livide, mute, l’acque minacciavano;come d’un lungo sguardo nemico seguivano il nostro
passo; vincean d’un freddo fascino i nostri cuori.
Una paura ignota ci strinse. Pensiero di morte
illuminò d’un lampo l’anima sbigottita.

Parvemi andar lungh’esso un lido letale, uno Stige;
e de l’amata donna l’ombra condurre meco.
Tutte di nostra vita lontana le imagini vaghe
si dissolveano; ed ecco, tutto era morte in noi,
tutto; ed il nostro amore, il nostro dolore, la nostra
felicità non altro eran che morte cose.

Oh visione aperta per sempre a l’anima mia!
Rapidamente l’acque s’oscuravano.
Senza tremare, immote, opache, celando l’abisso,
più minacciose l’acque parean volgere
al malefizio i cieli. Le nubi piombavano sopra;
stavano intenti i boschi sopra, nel grande orrore.
Quasi era spento il fuoco per l’aria; ma ultima ardeva
come una face in Nemi rossa la torre orsina.

Gabriele d’Annunzio, "Sul Lago di Nemi" (da Elegie romane, 1892)

 

Tra il ricco patrimonio librario e documentario della Biblioteca Istituzionale e dell'Archivio storico, vi sono molte cartoline postali "d'epoca", specchio di tempi andati, interessantissime e utili fonte di informazioni storiche, urbanistiche e di costume. 

Una selezione di cartoline raffiguranti località balneari, costiere e non, accompagnati dalle suggestioni evocate dai versi di grandi poeti e poetesse, compone la mostra iconografica multimediale, arricchita da risorse digitali (film, documentari dall'archivio dell'Istituto Luce), che offre un ulteriore spunto alla conoscenza e alla valorizzazione del territorio metropolitano, non solo dal punto di vista paesaggistico e artistico, ma anche urbanistico e sociale, stimolando una riflessione sui cambiamenti materiali e ambientali dei luoghi di "villeggiatura" che dei costumi e delle modalità delle vacanze e della villeggiatura stessa.

 

Mostra iconografica e multimediale: 

ANZIO 

 

[...] Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi. [...]

Eugenio Montale "Meriggiare pallido e assorto"

 

 

 

[...] Sarà Estate – finalmente.
Signore – con ombrellini –
Signori a zonzo – con Bastoni da passeggio –
E Bambine – con Bambole –
Coloreranno il pallido paesaggio –
Come fossero uno splendente Mazzo di fiori – [...]

Emily Dickinson "Sarà Estate"

 
  
 
[...] Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.
Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano. 
Jacques Brel "Conosco delle barche"
 
 
 
 
BRACCIANO
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel molle giro di un sorriso
ci sentiamo legare da un turbine
di germogli di desiderio
Ci vendemmia il sole
Chiudiamo gli occhi
per vedere nuotare in un lago
infinite promesse [...]

  Giuseppe Ungaretti, "Fase d'Oriente"

 

 

 

CASTEL GANDOLFO

[...] Allora se capisce quanto vale / quer lago, quer silenzio e quella scena / che in tutto er monno nun ce sta l’euguale. // Vedi Rocca de Papa, Monte Cave / er lago, Palazzolo e li Villini / l’orti, le vigne e un frego de giardini / tra mezzo a le scoriere de le lave. // Arispiri quer barsimo soave / che manneno li boschi li vicini / nun penzi più a li buffi, a li quattrini / te viè la voia de cantà du ottave // Quanno tramonta er sole a la marina / l’acqua der lago pia la sfumatura / der celo turchinetta e porporina. // Che pace ! Che dorcezza! C’aria pura…

Costantino De Silvestri, “Er Grottino Marroni” (1912)

 

  
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FREGENE E FIUMICINO
 
  I pini solitari lungo il mare
desolato non sanno del mio amore.
Li sveglia il vento, la pioggia
dolce li bacia, il tuono
lontano li addormenta.
Ma i pini solitari non sapranno
mai del mio amore, mai della mia gioia. [...]
 Sandro Penna "I pini solitari lungo il mare" 
 
 
 
 
 LADISPOLI
 
 

 Sempre il mare, uomo libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio;
tu contempli nell’infinito svolgersi dell’onda
l’anima tua, e un abisso è il tuo spirito
non meno amaro. Godi nel tuffarti
in seno alla tua immagine; l’abbracci
con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
si distrae dal tuo suono al suon di questo
selvaggio ed indomabile lamento. [...]

Charles Pierre Baudelaire, "L'uomo e il mare"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NETTUNO

 

 

 

 

 

 

 

Mare, mi basta il tuo canto fondo,
la tua immensa voce fanciulla
che pare nata adesso dal nulla,
nel fresco mattino del mondo.

Non ti vedo: vedo il bell'oro
opaco della sabbia distesa,
e una fascia di cielo accesa
sopra l'orizzonte sonoro.

Ma tu sei là, respiro il tuo fiato
ch'à il sapore di tutta la vita...
E forse in quest'attimo è uscita
Venere santa dal tuo flutto salato.

Diego Valeri, "Spiaggia"

 

OSTIA

[...] Oh, belli i pini immoti nel crepuscolo:
ma fuggire vorrebbero, e non sanno.
Fuggire, andare, andare in riva al mare,
far zattere dei tronchi e navigare
via per l'ondosa azzurrità de! mare;
o pur, di sé formando elica ed ala,
salir, salire; ed oltre il cielo fendere
altri cieli verso ignote stelle [...]

Ada Negri, "I pini"

 

 

SANTA MARINELLA

 

 

 

 

 

 

 

Si ara, si pettina
si struscia
contro se stesso
il mare
pizzicato dall’aria,
mordicchiato dal vento
nella verde-azzurra pelle.

Mario Luzi, "Il mare"

 

 

 

 

 

 

 

 

SANTA SEVERA

Già da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d’uccelli delle torri, che l’aprile
sospinge verso la pianura. Già
m’eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

                                                                  Salvatore Quasimodo, "S'ode ancora il mare"

 

 

TIVOLI

L’acqua della fonte
suona il suo tamburo
d’argento.
Gli alberi
tèssono il vento
e i fiori lo tingono
di profumo.
Una ragnatela
immensa
fa della luna
una stella.
 
Federico Garcia Lorca, "Notte d'estate"
 
 
 
 
 
 
 
 
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