L'Avvento: i pifferari e gli zampognari
Quello che balza agli occhi è il profondo legame con le ricorrenze e le figure religiose della festività, fissata al 25 dicembre da Giulio I nel 336 d.C. come giorno della nascita di Gesù. Ma i festeggiamenti iniziavano quattro settimane prima, con l’inizio del sacro Avvento. La prima domenica dell’Avvento, ci informa P. Romano ne “Il Natale a Roma”, Roma 1945, ed. limitata, “venivano dagli Abruzzi quei montanari chiamati biferari” (pp. 5 e segg), ovvero i pifferari che insieme agli zampognari, nei loro costumi tipici, scendevano in paesi e città, annunciando l’inizio delle festività natalizie.
A Roma, si riunivano sotto le innumerevoli “Madonnine” che ornano ancora oggi molti palazzi del centro storico, suonando arie pastorali, al costo di “due paoli per novena”. Però non tutti apprezzavano l’incessante cantilena delle musiche che pure ispirarono – dice sempre il Romano, pp. 8 e segg – addirittura il grande compositore Haendel che, avendole udite nel 1708 a Roma, inser’ nel Messia una sinfonia ad esse ispirate e intitolata “Pifa”.
Leoni XIII, tenendo conto delle proteste soprattutto dei “forestieri”, anche illustri come Stendhal, stabilì che zampognari e pifferari non potessero suonare prima delle quattro di mattina!
Con la proclamazione di Roma Capitale, la Questura nel 1870 vietò ai pifferari di suonare in strada e, nonostante le proteste, questo segnò il declino di questa tradizione.
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