Carnevale nei comuni del territorio metropolitano

-	“Arlecchino, ossia Truffaldino” in Commedia dell’arte 1829 tavola I

 La tradizione di viva allegria del Carnevale ha trovato spazio nei  numerosi  comuni non lontani da Roma, dove ancora si  festeggia secondo tradizione, in un’atmosfera di luci, sapori e creatività popolare.
 
Il carnevale veliterno
Risalgono al 1931 notizie sulla realizzazione del Carnevale popolare.
A Velletri  per la festa  si realizzano carri allegorici in cartapesta che sfilano accompagnati da gruppi in costume, tra i quali spicca “Gurgumiello”, tradizionale maschera veliterna, dalle sembianze del “vignarolo arricchito”, un po’ beone ma non sprovveduto.
 
Il carnevale tiburtino
Lo “Zibaldone” invece è la maschera del Carnevale tiburtino, che con la sua aria baldanzosa rappresenta il divertimento e l’allegria, stato d’animo gioioso e spensierato, caratterizzante il periodo  più liberatorio dell’anno.  Appena dopo l’Unità d’Italia, Tivoli inizia a celebrare il carnevale con sfilate, costumi e carri allegorici, al suono del tipico tamburello.
 
Il carnevale tuscolano
Dopo l'Unità di Italia, raccogliendo l'eredità del grande carnevale ottocentesco romano, Frascati, dal Novecento a oggi, ha recuperato le tradizioni passate, con partecipazione e condivisione del territorio, all'insegna della qualità e sobrietà.
 
Il carnevale a mare della Città di Fiumicino
Il “Carnevale a mare”, caratterizzato dall’uso delle  banchine del porto-canale  come tribune, vede la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati per il centro storico. Saltafiume, maschera tradizionale di Fiumicino, apre il corteo insieme alla gigantesca  pupazza raffigurante la Regina del Carnevale, a cui verrà dato fuoco l’ultimo giorno di festa.
 
Il carnevale pometino
Per rendere più significativo il Carnevale di Pomezia, la Pro Loco ideò nei primi anni Settanta, la maschera tradizionale, che avrebbe simboleggiato l’eterogeneità degli abitanti pometini, maschera che prese in prestito parti dell’abbigliamento di quelle più rappresentative delle regioni italiane.
Per il nome si unirono le parole “pomo” frutto raffigurato sullo stemma del Comune di Pomezia e “tello” da tellina, mollusco di cui è ricco il litorale della vicina Torvaianica. Si trasformò la parola “pomo” in “pome”, le prime quattro lettere di Pomezia, nacque così “Pometello”.
Sono organizzate manifestazioni che coinvolgono l’intera cittadinanza, con spettacoli vari, sfilate di carri allegorici e gruppi in maschera.
Chiude i festeggiamenti il falò di “Re Carnevale”.
 
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Galleria fotografica: 
Tempo libero Anno II, n 2 (1965) p. 13
Tempo libero Anno II, n 2 (1965) p. 14
Tempo libero Anno II, n 2 (1965) p. 15
Tempo Libero Anno II, n 2, copertina Carnevale
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