"Della eloquenza italiana di Monsignore Giusto Fontanini": l'importanza degli stampatori e la nota di possesso di Falconcino Falconcini

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 La Biblioteca Istituzionale conserva un’opera, "Della eloquenza italiana di Monsignore Giusto Fontanini", pubblicata nel 1726, davvero illuminante su ciò che un esemplare possa rivelare, oltre al contenuto.
“I volumi escono dal silenzio delle collocazioni per proporsi nella loro materialità” scrisse Daniela Mazzenga, Responsabile della Biblioteca Provinciale di Roma tra il 2002 e 2010, nella sua bella premessa. Opportuno aver usato il termine “materialità”, perché i libri non ci riferiscono solo il contenuto delle loro pagine ma raccontano storie di mestieri, di botteghe, di famiglie e di officine che hanno lavorato sul libro come prodotto e come bene materiale.
Nel 2006 venne pubblicato il catalogo della mostra “Tipografi, stampatori e librai. Edizioni romane del Settecento nella Biblioteca Provinciale di Roma”, inaugurata il 23 aprile e ospitata presso i locali di Palazzo Valentini a Roma; sia la mostra che il catalogo vennero curati con appassionato impegno e competenza dal personale specializzato della nostra biblioteca.

Nella scheda 36, relativa alla nostra opera si pone l’accento anche sull’importanza del legame tra lo stampatore Girolamo Mainardi (1679-1763, fu anche libraio e editore) e il suo protettore e committente, l’arcivescovo Francesco Antonio Finy (1669-1743). Per ossequiare l’arcivescovo e per non perderne il favore, Mainardi non solo gli scrisse l’epistola dedicatoria ma lo omaggiò ponendo in rilievo il suo stemma con calcografia sul frontespizio (leone rampante attraversato da una sbarra).
 
Nella scheda 36 vengono segnalati anche gli antichi possessori dell’esemplare della Biblioteca:

1) Falconcino Falconcini (1783-1793), la cui firma si legge su una delle carte di guardia anteriori. Di origini volterrane e stabilitosi a Pescia, ricoprì l'incarico di supervisore e amministratore dei lavori di trasformazione dell'ex Seminario in Ospedale dei SS. Cosma e Damiano per incarico del Granduca di Toscana.
 

2) Possessore non identificato: piccolo timbro sul frontespizio che rappresenta, presumibilmente, una gru con sasso, simbolo della vigilanza.
 
 
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Epistola dedicatoria:

 

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