La Musa pensosa non disdegna la Grazia lieve
Nel 1909 Ersilia Caetani Lovatelli regalò a suo nipote, Leone Caetani, una copia di “Passeggiate nella Roma antica”, opera pubblicata dalla studiosa in quello stesso anno; in una delle pagine preliminari scrisse di suo pugno: “Al carissimo Leone Caetani, l'affezionatissima zia Ersilia, Roma Aprile 1909”.Leone, che le era molto caro, era figlio di suo fratello Onorato, sindaco di Roma dal 1890 al 1892 e Ministro degli affari esteri del Regno d'Italia nel II governo Rudinì (1896).
Successivamente, Leone donò questo libro a sua moglie Vittoria Colonna, che vi appose il suo ex libris di possesso: un’etichetta rettangolare (9X13 cm.) in cui lo stemma araldico dei Caetani (due onde stilizzate e due aquile coronate in riposo) e lo stemma dei Colonna (una colonna con capitello) si fondono in un unico emblema. L’epigrafe in calce recita: Vittoria Colonna Caetani Duchessa di Sermoneta.
Ma chi sono le protagoniste dell'ultimo tesoro di marzo, mese che la Biblioteca ha idealmente dedicato alle Donne?
Ersilia Caetani Lovatelli
Roma 1840 – 1925
Il titolo del tesoro riprende un'altra dedica, quella che Gabriele D'Annunzio fece, nel 1907, su una copia della sua opera Più che l’amore, donato a Donna Ersillia, conservato presso la Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, Roma)
Alla contessa Ersilia Lovatelli - in memoria delle belle sere lontane passate nella Casa dove la musa pensosa non disdegna la grazia lieve - offre devotamente.
Archeologa e accademica italiana, prima donna a entrare nell’Accademia dei Lincei, Ersilia nasce a Roma da Michelangelo Caetani, principe di Teano e duca di Sermoneta, e da Callista Rzwuska, nobile polacca, ereditando dal padre il gusto per gli studi eruditi e dalla madre l’interesse cosmopolita per le culture europee. Come si conviene nelle famiglie nobili dell’epoca, riceve un’educazione da insegnanti privati, di latino e greco ma anche di sanscrito, francese, inglese e tedesco, frequentando studiosi amici di famiglia del calibro di Th. Momsen, F. Gregorovius e R. Lanciani.
Il matrimonio con il conte Lovatelli, nel 1859, non le toglie l’aspirazione “ad essere, nella vita, qualcosa di più e meglio che una donna, sia pure illustre”. Comincia quindi ad occuparsi di ricerche archeologiche ed epigrafiche.
Era allora il tempo della marchesa Lovatelli, unica, che io sappia, accademica dei Lincei che aveva fondato a Roma un salotto molto frequentato, data la posizione anche intellettuale della nobile signora, dalle maggiori celebrità, sia italiane che straniere. Per quel salotto erano passati Zola, Anatole France, D' Annunzio, Cesare Pascarella tra i cultori di lettere, e fra quelli dell'arte, Steimann, Enrico De Geymuller, e ancora il presidente della Accademia germanica, Cristiano Huelsen, illustre esegeta del Foro Romano e conoscitore profondo delle antichità, il Lanciani dottissimo nella topografia romana [...] Giordani F.P., Nel ricordo di E. Lovatelli, in Strenna dei Romanisti, XIII (1952), pp. 167-168
Il suo salotto a Palazzo Lovatelli, dopo il 1870, diviene il punto di riferimento di molti esponenti non solo del mondo letterario ma anche di quello politico dell’Italia Unita, verso cui la nobiltà romana invece non nutriva grande apertura. E fu grazie a Quintino Sella, impegnato nel compito di trasformare l’Accademia dei Lincei nel massimo organo culturale italiano che Ersilia, nonostante fosse donna e con una formazione di fatto autodidatta e amatoriale, ne divenne membro, nel 1879. La perdita, nello stesso anno, del marito la spinse a dedicarsi maggiormente agli studi, in particolare del mondo dell’instrumentum domestico, usi e costumi religiosi, giochi circensi:
Thanatos (Roma 1888) è la sua opera più famosa e pregevole, un trattato archeologico, epigrafico e filosofico sul concetto di morte nell’antichità greca e romana. Nel 1909 scrive, Passeggiate nella Roma antica, (di cui la biblioteca possiede la copia con la sua dedica al nipote Leone Caetani), che riunisce saggi e contributi sulla topografia romana antica e medievale.
Collaborando con riviste letterarie come Nuova Antologia e Fanfulla della Domenica, Ersilia divenne sempre più una "divulgatrice" di usi e costumi antichi e in ambito accademico “sponsor” di studiosi a lei vicini, quali G. Lombroso, G. Boni e soprattutto l’amatissimo nipote Leone Caetani, orientalista, che riusci a far entrare nell’Accademia dei Lincei, nel 1911, impegnando tutto il suo prestigio. Nel 1915, pubblicò un'ultima raccolta di saggi, Aurea Roma, dedicata alla topografia urbana, prima di ritirarsi ad una vita privata molto appartata, fino alla sua morte, il 22 dicembre del 1925.
Esperta bibliofila, si dedicò oltre allo studio del mondo antico anche a quello delle moderne letterature europee, raccogliendo una pregevole biblioteca di oltre 6.000 volumi, di cui curò personalmente la raccolta e la rilegatura raffinata, donata all’Accademia dei Lincei, attualmente conservata nella sede di Palazzo Corsini a Roma.
-Dizionario biografico degli italiani, volume 16, 1973 pp 155-157, a cui si rimanda per la bibliografia.
Segnaliamo l'interessante iniziativa della casa editrice flower-ed che riunisce nella collana Il salotto di Ersilia le sue opere in digitale.
Vittoria Colonna Caetani
1880–1954
Duchessa di Sermoneta e principessa di Teano, fu scrittrice e personaggio di spicco dell’aristocrazia romana. Donna molto sportiva, colta, multilingue, sposò nel 1901 Leone Caetani, politico e studioso islamista; di gran fascino, prestò il suo bel profilo allo scultore Carlo Fontana per la vittoria alata nella Quadriga della Libertà nel monumento al Milite Ignoto al Vittoriano.
Il matrimonio con Leone naufragò dopo alcuni anni. Nel suo isolamento dorato presso l’Isolino, davanti alla splendida costa di Pallanza, Vittoria incontrò e amò Umberto Boccioni, uno dei maggiori esponenti del Futurismo, e da lui fu riamata. La loro storia d’amore si interruppe bruscamente con la morte del grande artista, nell’agosto del 1916. Vittoria continuò a vivere. Viaggiò, partecipò alla vita del suo tempo, scrisse.
Delle opere che pubblicò, la Biblioteca istituzionale possiede la seconda edizione di “Memorie”, Treves, 1937.