17 marzo 1861-17 marzo 2021, 160° Anniversario dell'Unità d'Italia. La rivoluzione del Femminile: donne del Risorgimento italiano.

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Negli spedali soverchia il numero delle assistenti, che fanno ressa per esservi ammesse: donne avvezze a tutt’altro che allo spettacolo di tali sofferenze. Quelle che per la giovine età, o per altre ragioni non possono curare i feriti, lavorano alle barricate, fanno filaccie, fabbricano cartuccie, incorano i fratelli, i mariti, gli amici ad accorrere dove è più grave il pericolo.

Giuseppe Leti, La Rivoluzione e la Repubblica Romana (1848-1849), Francesco Vallardi, Milano 1913 BIBL CMRC K2

L’autore offre un vivido quadro della partecipazione corale, spontanea e massiccia, nei momenti più difficili dell’aprile del 1849,  delle donne romane di ogni estrazione sociale, che accorrono ad affiancare le patriote italiane a dare il proprio contributo alla Repubblica Romana.

Donne per molto tempo dimenticate ma che hanno contribuito a scrivere, se pur con un inchiostro invisibile la storia dell’Unità d’Italia: patriote operose, generose e coraggiose, che vengono ricordate ad esempio dei molteplici ruoli e significati ricoperti nei moti risorgimentali, figure femminili che spaziano dalle eroine “con le armi in pugno”, rappresentate nell’immaginario collettivo da Anita Garibaldi o Colomba Antonietti, alle donne che organizzarono la rete di ospedali e di assistenza ai feriti. Era infatti sorto un vero e proprio comitato di donne, nel 27 aprile, presieduto dal padre Gavazzi,  di cui facevano parte, inizialmente, Marietta Pisacane, Cristina Trivulzio di Belgioioso, che ebbe appunto l’incarico di presiedere agli ospedali pei feriti e Giulia Bovio Paolucci.

Cristina Trivulzio di Belgioioso, principessa carismatica che dedicò la sua vita e ogni tipo di risorsa materiale e spirituale alla “causa italiana”  volle accanto a se altrettante figure rivoluzionarie, ciascuna con la sua storia e connotazione a cominciare da Margaret Fuller, che incaricò della direzione dell’ospedale Fatebenefratelli:

Cara Miss Fuller, Siete nominata Regolatrice dell’Ospedale Dei Fate Bene Fratelli. Andatevi alle 12 se la campana di allarme non è sonata prima. Arrivata là riceverete tutte le donne che vengono pei feriti, darete loro i vostri ordini tanto da essere sicura di avere un certo numero di esse notte e giorno. Che Dio ci aiuti. Cristina Trivulzio di Belgioioso (30 aprile 1849)

La stessa Cristina assunse la direzione a Roma di dodici ospedali che, come scrisse Thierry, organizzò con l’abilità di un bravo comandante, emanando regole severissime, imponendo ovunque ordine e disciplina.

Per prima cosa chiamò a raccolta tutte le donne di Roma per costituire un servizio di infermiere volontarie; risposero aristocratiche (come la marchesa Constabili  -foto- e la contessa Antonini), borghesi, popolane, prostitute e anche straniere (come appunto Margaret Fuller), unite dal sentimento patriottico. La selezione che Cristina operò fu molto severa: ne vennero scelte 300, che furono sottoposte a un regime paramilitare prefigurando quella che poi fu l’organizzazione della Croce Rossa.

 Fu inoltre affiancata da Enrichetta (Marietta) Pisacane (note biografiche), moglie di Carlo Pisacane e da Giulia Calame Modena (note biografiche).

Ricordata dal Leti tra le generose infermiere insieme a Anna De Cadilhac moglie a Bartolomeo, che Garibaldi chiamò l’angelo dell’ospedale, Giulia, insieme ad Enrichetta è figura emblematica di una rivoluzione al/del femminile che per lei e per molte altre eroine iniziò in famiglia, ribellandosi ad un destino già scritto dal padre e dalla società.

La figura di Enrichetta è ancora più tragicamente potente e la sua storia d’amore con Carlo Pisacane si intreccia e alimenta con il totalizzante amore patriottico.

 

Percorso di lettura

Dal Maso Cinzia, Colomba Antonietti: un personaggio scomodo, in Biblioteca Istituzionale Quaderni n. 4, 170 Anni della Repubblica Romana Roma, Villa Altieri, 9-10 ottobre 2019, Atti del Convegno, p. 180

BIBL CMRC Misc RA 646

Giorcelli Cristina, Margaret Fuller e la Repubblica Romana del 1849, in Biblioteca Istituzionale Quaderni n. 4, 170 Anni della Repubblica Romana Roma, Villa Altieri, 9-10 ottobre 2019 Atti del Convegnop. 188

BIBL CMRC Misc RA 646

Imperi Daniela, Una "garibaldina" a Velletri: Colomba Antonietti, in Vivavoce n. 109 (dicembre 2012)

BIBL CMRC Riv E 76 2012

Leti Giuseppe, La Rivoluzione e la Repubblica Romana (1848-1849), Francesco Vallardi, Milano 1913
BIBL CMRC K2
 
Pescanti Botti Renata, Donne del Risorgimento Italiano, Milano, casa editrice Ceschina, 1966
BIBL CMRC CB 58
 
 
 
Fuller Margaret L'uomo contro gli uomini, la donna contro le donne. La grande causa, traduzione di Giuseppe Sofo, Aprilia, Ortica, 2016
Galeazzi Daniela, Giulia Calame. La riscoperta di una donna del Risorgimento italiano, 2011. Presentazione
 
 
Risorse digitali:

 

FILM

 

 

Rassegna: dieci film sul Risorgimento Italiano

 

 

 
Anita Garibaldi, di Claudio Bonivento (2012), fiction. Francesca Cavallin interpreta il ruolo di Cristina di Belgiojoso
 
Camicie rosse (Anita Garibaldi), di Francesco Rosi e Goffredo Alessandrini (1952). Con Anna Magnani, racconta le vicende successive alla caduta della Repubblica romana e il peregrinare di Anita Garibaldi in marcia, insieme a Giuseppe, verso il nord Italia.
 
 

In nome del popolo sovrano, di Luigi Magni (1990), con Nino Manfredi nel ruolo di Ciceruacchio e Alberto Sordi, marchese Arquati, Elena Sofia Ricci, Cristina Arquati, personaggio che ricorda nel nome Giuditta Tavani Arquati e vagamente la figura di Cristina di Belgioioso

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La presa di Roma, di Filoteo Alberini (1905). Fu il primo film (cortometraggio) proiettato in Italia, il 20 settembre 1905, in occasione dell'anniversario della presa di Porta Pia.  Della durata di dieci minuti, è una "grande ricostruzione storica in sette quadri", di cui l'ultimo a colori, dell'E'ssalto di Porta Pia condotto dai bersaglieri italiani.
 
  
 
Noi credevamo, di Mario Martone (2010), raiplay. Francesca Inaudi nei panni di Cristina di Belgiojoso.
 
 
 
Repubblica Romana 1849 Un romanzo d'avventura, di Cristoforo Gorno e Sergio Leszczynski, con la regia di Luigi Montebello e Graziano Conversano. Docufilm
 
 
Viva l'Italia, di Roberto Rossellini (1961). Con Renzo Ricci, Garibaldi, Giovanna Ralli, Rosa. Le vicende dellìimpresa dei Mille.
 

 

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