23 aprile 2017: Giornata Mondiale del Libro e del diritto d'autore
Una rosa, un libro....
Ogni volta che si legge un buon libro, in qualche parte del mondo, una porta si apre per lasciare entrare più luce .
(Vera Nazarian, scrittrice)
Nasce in Catalogna la Giornata del libro e del diritto di autore, dove il 23 aprile, festa di San Giorgio, per una tradizione di origine medioevale, ogni uomo regala una rosa alla sua donna.
Così i librai della Catalogna, in questa giornata, usano donare una rosa per ogni libro acquistato e sulle Ramblas vengono allestite numerosissime bancarelle di libri e di rose.
La data poi ha anche un valore simbolico, in quanto il 23 aprile 1616 morirono tre giganti della letteratura a livello mondiale: Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Inca Garcilaso de la Vega. L’UNESCO ha proclamato nel 1996, il 23 aprile “Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore” con la finalità di promuovere la lettura, l’editoria e proteggere la proprietà intellettuale attraverso il copyright.
Invito alla lettura
Trilussa, Tutte le poesie, Arnoldo Mondadori, 1953
[Bibl. CMRC C 145]
Il volume raccoglie l’intera opera dell’autore. Le sue poesie ancora attuali, hanno precisione di immagine; non esiste un taglio netto tra quelle favolistiche e quello liriche e idilliache, alcune così legate al vero e alla crudezza del quotidiano (Er reggistratore de cassa, Er pignoramento), altre in cui viene celebrato il desiderio, la nostalgia del tempo che scorre (A Mimì, La strada mia) e altre ancora in cui si canta di amori (La Partita, Le lettere) affetti non vissuti, perduti troppo presto. Un posto importante è riservato al sogno (Sogno, Sogni).
La raccolta esce postuma, voluta, predisposta e ordinata dallo stesso autore. Le poesie sono accompagnate da note linguistiche, spiegazioni di frasi, altri brevi note che chiariscono fatti, circostanze e personaggi nominati.
Note biografiche
Trilussa (pseudonimo di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri), nato a Roma il 26 ottobre 1871, giunge alla poesia dalla cronaca. Dalla cronaca cittadina degli spettacoli, dei caffe – concerto, delle curiosità quotidiane, nei giornali e nei giornaletti di fine secolo, “Il Rugantino”, “Il Don Chisciotte”, a cui giovanissimo inizia a collaborare.
L’incontro con l’arguta e mutevole attualità del giornale è per Trilussa una definitiva scoperta di sé: la vocazione di poeta “chansonnier”. Il suo romanesco cambia nel tempo, diventa sempre più vicino alla lingua parlata, tutto si modifica, come la realtà che ha intorno.
Come satirico riesce ad essere poetico e delicato, come lirico, aiutato dal dialetto romanesco, trova sempre risorse per mostrarsi estroso e sagace. La censura gli giova, la sua satira diventa più finemente allusiva e scaltra. Tre settimane dopo essere stato nominato senatore a vita, Trilussa muore il 21 dicembre 1950, a Roma, nel suo studio di via Maria Adelaide.
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Bibliografia generale