23 aprile 2023: Giornata Mondiale del Libro e del diritto d'autore

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"A Elio Vittorini
                             12 dicembre 1947
Caro Vittorini, 
ti mando una mia nota su Hemingway da cui mi sembra salti fuori qualche cosa di ancora non detto[...]"
 
"A Leonardo Sciascia, Racalmuto
                            4 aprile 1957
[...]So di scriverti una lettera che ti farà stare un pò in pena. Sapessi quante ne devo scrivere. Ma le cose ma le cose vanno già meglio w prevediamo tempi migliori.
Ti saluto con amicizia"
 
"A Natalia Ginzburg, Roma
                            10 maggio 1957
Cara Nat,
[...] Attendo con impazienza il tuto giudizio sul Barone e quello di Gabriele. Se l'hai finito, potresti mandarmi il manoscritto con le tue bozze. O se ti capitasse sotto mano in questi giorni Bassani, o la Morante, darlo a uno di loro.
La Biblioteca Istituzionale e l'Archivio Storico della Città metropolitana di Roma partecipano anche quest'anno alla Giornata del Libro e del diritto d'autore, proclamata nel 1996 dall'UNESCO, riprendendo un'antica tradizione catalana, per cui i librai, in occasione della Festa di San Giorgio, regalano una rosa per ogni libro acquistato e sulle Ramblas vengono allestite numerosissime bancarelle di libri e di rose.
Quest'anno ricorre il centenario della nascita di Italo Calvino, (Santiago de Las Vegas de La Habana, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985), uno degli scrittori più importanti del Novecento italiano, intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale. La Biblioteca lo ricorda attraverso una delle sue opere, I libri degli altri, Lettere 1947-1981. A cura di Giovanni Tesio. Con una nota di Carlo Fruttero, Einaudi che raccoglie parte delle numerose lettere inviate ad autori con cui ebbe a relazionarsi nella sua lunga carriera di collaboratore e dirigente di Einaudi dal Dopoguerra al 1983: "Calvino si occupava, tra l'altro, dei rapporti con gli autori italiani e dell'ufficio stampa. Giovanni Tesio ha arricchito le lettere  con note esplicative che identificano il destinatario e ricostruiscono il contesto.
Le parole di Calvino, sempre improntate a uno stile amichevole e colloquiale, raccontano il dietro le quinte di un "mestiere dei libri" esercitato con emozione e al tempo stesso con disincantata professionalità: la scoperta di nuovi autori, i rifiuti, le polemiche letterarie, i premi, i consigli dispensati ad autori esordienti o affermati, le discussioni con i traduttori.
Ne emerge il ritratto di un grande intellettuale, di un ambiente lavorativo che lo stesso Calvino definiva «modello per il resto dell'editoria italiana»" (abstract)
 
  

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