8 marzo 2024:il coraggio delle Donne. In ricordo di Rosa, Teresa e Caterina

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 "Teresa Gullace madre di cinque figli ed alle soglie di una nuova maternità, non esitava ad accorrere presso il marito imprigionato dai nazisti, nel nobile intento di portargli conforto e speranza. Mentre invocava con coraggiosa fermezza la liberazione del coniuge, veniva barbaramente uccisa da un soldato tedesco. Roma, 3 marzo 1944."

Madre di cinque figli e incinta del sesto, fu uccisa da un soldato tedesco davanti la caserma dell'81° Reggimento di Fanteria di viale Giulio Cesare, dove era stato rinchiuso il marito arrestato in un rastrellamento e consegnato, insieme a moltissimi altri uomini, ai nazisti. Teresa e le mogli, le madri dei prigionieri cercavano di far avere loro pane e generi di conforto. La mattina del 3 marzo davanti alla caserma si formò un grande assembramento, organizzato dai GAP per protesta e anche per timore che i nazisti, deportassero i prigionieri verso i campi di concentramento; nella folla, quel giorno si trovavano Laura Lombardo Radice, Carla Capponi, Marisa Musu, Lucia Ottobrini e la futura consigliera provinciale e assessora Maria Michetti.

Livio Jannattoni, (1916-1992), scrittore e giornalista, membro del Gruppo dei Romanisti, così ricorda l'episodio di cui fu testimone:

"Una donna, in stato di palese gravidanza, ad un certo momento non resse più a quell'inferno. Si diresse decisa verso il tedesco e gridò e inveì contro di lui, vincendo in nome di santi affetti (là dentro c'era suo marito) ogni residuo timore per quella odiata divisa e l'atteggiamento insolente di chi la portava. L'altro non si scompose. Nel momento che stimò più opportuno, appena arretrando di un passo per meglio bilanciarsi, quasi fosse ad una esercitazione, diresse l'arma contro la donna facendo partire una raffica a bruciapelo. I clamori si raggelarono in un baleno, le tese corde della protesta e della disperazione si allentarono di colpo. Soltanto la maledetta guardia (ero lì a pochi metri) continuava a rimanere al suo posto, impassibile, quasi assente."

La morte di Teresa Gullace ispirò la scena principale del film Roma città aperta di Roberto Rossellini con l'uccisione della popolana Pina, interpretata da Anna Magnani.

"Non prima nè ultima delle donne romane che si sacrificarono in nome della pace, della libertà, della famiglia. Il 7 ottobre del 1943 un episodio quasi simile era infatti accaduto sempre alle Milizie. E allora aveva perduto la vita Rosa Guarnieri Calò Carducci che tentava di impedire la deportazione del figlio. Il 22 aprile '44, invece, durante una manifestazione di protesta delle donne per il pane [...] cadeva al Tiburtino, ancora sotto i colpi di un mitra, Caterina Martinelli, madre di sei figli. Venti giorni dopo la morte della Gullace, Via Rasella e le Fosse Ardeatine."

 

Livio Jannattoni, Teresa Gullace e Roma "città aperta", in Lunario Romano 1978 n. 7 Donne di ieri a Roma e nel Lazio, Gruppo Culturale di Roma e del Lazio (a cura di), Roma, Tip. Palombi, 1977.

Immagini tratte da Wikipedia e collianiene.org 

 

 

 

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