In ricordo di Daniela Mazzenga Genovesi, Direttrice della Biblioteca dal 2002 al 2010
Un percorso bibliografico e iconografico di titoli dagli scaffali della biblioteca, tra classici e attualità, alla scoperta dell’universo visto dalle donne, donne culturalmente impegnate che hanno voluto raccontare la storia di Roma e del nostro territorio sotto differenti aspetti, storico, antropologico, sociale, politico e tramandarne la memoria.
Mi rinchiudono nella prosa
Come quando da bambina
Mi mettevano nello stanzino
Perché mi preferivano “tranquilla”
TRANQUILLA! Avessero potuto sbirciare
Vedere come frullava la mia mente
Potevano con una simile astuzia chiudere un uccello
A tradimento nel recinto
Basta che lui lo voglia
E libero come una stella
Guarda dall’alto la prigionia
E ride. Io non facevo altro
Emily Dickinson
Il percorso di lettura
1) Graham Maria, "Three months passed in the mountains east of Rome, during the year 1819", London, printed for Langrom,1821.
[Bibl. C.M.R.C. D 114]
Una viaggiatrice colta, curiosa e soprattutto amante dell’avventura, lady Maria Graham racconta il soggiorno di tre mesi, sui monti Prenestini, per osservare le condizioni di vita di alcuni paesi della campagna romana. Nei capitoli sesto e settimo descrive le imprese, gli usi e i comportamenti di una banda di briganti che proprio nel 1819, si rifugiò su quelle montagne.
2) Dionigi Marianna, "Viaggi in alcune città del Lazio che diconsi fondate dal re Saturno", 1809.
[Bibl. C.M.R.C. GF A5]
E’ il diario di viaggio di Marianna Candidi Dionigi, alla scoperta di un territorio, allora poco conosciuto, le città di Ferentino, Alatri, Arpino, Atina, Anagni, denominate città di Saturno.
Il racconto è corredato da tavole, realizzate dai disegni dell’autrice, che raffigurano paesaggi, piante, vedute di città, di cui esistono poche testimonianze iconografiche.
3) Grantaliano Elvira - Calzolari Monica, "1849. La Repubblica Romana a Bracciano", Bracciano, [ca 2000].
[Bibl. C.M.R.C. Misc. X 39]
La pubblicazione illustra i documenti utilizzati per l’allestimento della mostra sulla Repubblica Romana del 1849, a Bracciano, proposta dall’Archivio di Stato e ospitata dal Comune.
Di particolare interesse l’analisi della esperienza repubblicana, attraverso il ruolo dei comuni, in modo particolare quelli rurali.
4) Knight Ellis Cornelia, "A description of Latium, or la Campagna di Roma", London, 1805.
[Bibl. C.M.R.C. Misc. H 101]
L’autrice, curiosa e amante dell’avventura, dopo essersi soffermata a lungo a Roma, soggiorna a Castel Gandolfo ed esplora così i Castelli Romani, che descrive insieme ai suoi abitanti, con parole vivaci e colorite.
Si sofferma in modo particolare e inusuale su Genzano, soprattutto su una festa popolare in voga in quegli anni, il Saraceno, una giostra equestre con cavalli berberi, che si tiene il giorno del Santo Patrono.
Knight è un'attenta osservatrice dei costumi e degli usi dell’epoca.
5) Imperi Daniela, "Ellis e Sidney… Il viaggio d’amore nei sentieri e nei luoghi dei Castelli Romani", in Vivavoce, n. 94 (settembre 2010), pp.14-17.
[Bibl. C.M.R.C. RIV E 76]
L’Italia era una tappa obbligata per i viaggi di formazione dei letterati europei, tra il XVIII e XIX secolo.
Le donne, come del resto tutti i viaggiatori del tempo, erano interessate più alle tracce storiche del passato, ai tesori artistici che ai suoi abitanti, considerati selvaggi.
L’autrice si sofferma su due letterate atipiche, interessate a tematiche non comuni, per l’epoca: Ellis Cornelia Knight e Sidney Owson.
Ellis, dopo il classico soggiorno nella capitale visita i Castelli Romani e la sua descrizione va oltre i bei paesaggi, i monumenti, riporta soprattutto notizie sui costumi, i caratteri, le tradizioni popolari, aggiungendo le sue personali opinioni.
Colpita favorevolmente da luoghi e persone, il suo è un racconto di viaggio più completo.
Differente è l’opinione di Sidney, meglio conosciuta come Lady Morgan.
Giunta a Roma nel 1819, osserva direttamente le condizioni tristi e disperate dei territori e delle popolazioni, non perde occasione di ribadire che, ovunque, l’alleanza tra potere temporale e potere secolare produce solo distruzione e povertà.
6) Mazzenga Genovesi Daniela (a cura di), "Le biblioteche comunali della provincia di Roma: guida ai fondi e ai servizi", Provincia di Roma, 1997.
[Bibl. C.M.R.C. I 1108]
Un viaggio “professionale” nelle attività e nei servizi delle biblioteche comunali del territorio della provincia di Roma descritto in questa guida da Daniela Mazzenga Genovesi, Direttrice della Biblioteca Provinciale di Roma (ora Biblioteca Istituzionale della Città Metropolitana di Roma Capitale) dal 2002 al 2010, con competenza tecnica e scientifica ma soprattutto intellettuale e culturale nel senso più ampio del termine.
7) Nicolosi Gabriella (a cura di), "1916 – 2008 Dino Risi. 50 anni di cinema", Provincia di Roma, 2010.
[Bibl. C.M.R.C. Misc. RA 421]
La Provincia di Roma ricorda Dino Risi con una mostra fotografica, dedicata alla sua vita e alle sue opere.
Un viaggio attraverso cinquanta anni di capolavori del nostro cinema, alcuni dei quali girati nei borghi più caratteristici del territorio metropolitano di Roma: pagine ricche di memoria che hanno divertito generazioni di italiani, che aiutano a comprendere l’Italia e i suoi cambiamenti.
8) Copponi Gea, "Donne a Cerveteri. Tracce del passato tra storie, biografie ed immagini", Cerveteri, Edizioni Grafiche Manfredi, 2006.
[Bibl. C.M.R.C. I 456]
Questo non è solo un racconto di persone ma la storia moderna di Cerveteri, attraverso una coralità umana ed esistenziale, che unisce la memorialistica del territorio, la ricerca storica al femminile e lo studio delle tracce storiche presenti nella realtà sociale e territoriale in cui vive l’autrice.
Gea Copponi mostra immagini di vita vissuta, ricordi e testimonianze di Cerveteri, tra Ottocento e Novecento e la storia di alcune sue abitanti, differenti per condizione sociale, formazione culturale e vicende personali, un affresco di storia collettiva e impegno civile.
Tutte le donne sono protagoniste in uguale misura, descritte nella propria quotidianità, con tratti essenziali ricchi di affetto.
Gea Copponi ha aggiunto alla storia di Cerveteri un “noi” femminile, consentendo così alle donne di riscoprire appartenenze comuni e conservare la memoria
9) Adkins Chiti Patricia, "Almanacco delle virtuose, primedonne, compositrici e musiciste d’Italia. Dall’A.D. 177 ai giorni nostri", Novara, I.G. De Agostini, 1991.
[Bibl. C.M.R.C. Cons. 780.92 ADK ]
Il riconoscimento al contributo delle donne , anche in ambito musicale, varia tra la retorica sulle “eccezioni” e la scarsità della ricerca.
La storia ufficiale è avara di riconoscimenti e approfondimenti sul ruolo delle donne, perché se è vero che è stato dato inizio a un nuovo corso dall’antropologia culturale e dai movimenti delle donne negli anni Settanta, continua ancora a essere “la storia degli uomini, scritta dagli uomini”.
Patricia Adkins Chiti presenta la sua rassegna con particolare sensibilità metodologica: da ogni profilo emergono le radici, il privato, un almanacco scandito dal tempo reale di vita vissuta, contribuendo così a riscrivere la storia della creatività, dalla realtà personale, sociale, storica di ciascuna.
Un vero e proprio contributo di verità, alla storia umana.
10) Sartogo Adriana, "Le donne al muro. L’immagine femminile nel manifesto politico italiano 1945-1977", Roma, Savelli, 1978.
[Bibl. C.M.R.C. Cons.741.6740945 SAR]
Le riproduzioni dei manifesti, scelti da Adriana Sartogo, affissi sui muri del nostro paese dal 1945 al 1977, compongono un ritratto insolito e affascinante della condizione della donna in Italia.
Troveremo manifesti adulatori e offensivi, donne pasionarie, virtuose, pin-up, mamme, tutte racchiuse in uno specchio fedele dell’evoluzione del costume.
11) Gozzini Rosetta (a cura di), "Oltre Lilith. Il femminino nel sacro – Beyond Lilith. The Sacred Feminine", Roma, Gangemi, 2006.
[Bibl. C.M.R.C. R966]
La curatrice della mostra si sofferma sul rapporto della donna con la sacralità, attraverso le opere di grandi artiste affermate e tante giovani emergenti, nei diversi linguaggi espressivi, pittura, scultura, fotografia, video e installazioni da cui prorompe l’energia, il fermento creativo e l’equilibrio, la riappropriazione del sé che consentono alla donna di misurarsi con il concetto di sacralità. Lilith (conflittuale), Eva (complice attiva) e Maria (autonoma, in diretto rapporto con Dio) rappresentano il modo di pensare ed essere delle donne, nel corso dei secoli.
12) Vincenti Maria Cristina, "Diana. Storia, mito e culto della grande dea di Ariccia", Roma, Palombi, 2010
[Bibl. C.M.R.C. R940]
L’autrice descrive, attraverso un accurato compendio delle fonti testuali ed evidenze archeologiche, il profondo legame di Diana con la citta di Aricia, offrendo un’immagine non usuale della dea; spesso travisata in una generica “dea dei boschi”, è invece una divinità indiscutibilmente greca ma che fonde in sé le caratteristiche peculiari del nemus Aricinum, la fitta selva di Ariccia, connotandosi come la “Signora del non abitato”. Vengono individuati nella topografia di Ariccia i luoghi più importanti e densi di significato religioso (il dianius presso il trivio fuori la porta urbica; il Caput Aquae Ferentinae nella valle ricca di sorgenti segnata dal trivio) che restituiscono una definizione di Diana come dea tutelare di Ariccia, sede e leader della Confederazione Latina e degli incontri dei popoli latini del V secolo a.C.
Posta a presidio della città, la difende, preparando i giovani alla guerra ma anche, come dea viarum, guidandone il passaggio da una condizione di criticità ad un ruolo attivo nella società. Diana Aricina ha profondi legami con le fasi lunari, con Demetra/Proserpina e il ciclo della natura, è la protettrice delle partorienti e dei neonati, divinità che dona la vita e guarisce dai mali; è la divinità che presiede ai riti di iniziazione, soprattutto femminili. Le radici del suo culto ad Ariccia erano talmente radicate che vennero traslate nella sincretistica figura di Santa Maria di Galloro.
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