Ex libris Holland House sulla Nuova Pianta di Roma di Giambattista Nolli

ex libris Holland House.jpg

Giambattista Nolli (1692-1756) è stato un ingegnere, architetto, incisore e cartografo italiano. Trasferitosi a Roma nel 1736, pubblicò la straordinaria “Nuova Pianta di Roma” nel 1748, una delle più grandiose operazioni di cartografia urbana del Settecento, a cui collaborarono scienziati, artisti e architetti dell’epoca.

L’opera fu uno spartiacque nell’ambito della cartografia di Roma perché superò definitivamente il concetto della mappa basata sulla veduta "a volo d'uccello", offrendo un prodotto planimetrico accurato e rigoroso nelle misurazioni e nelle ricostruzioni, come mai prima, grazie anche all’applicazione di nuove tecniche, criteri e strumenti; essa fu talmente importante che dal 1748 al 1870 gran parte delle nuove mappe della città di Roma o la riprodussero fedelmente o la utilizzarono come base di partenza. Per tutta la seconda metà del Settecento, naturalmente, la pianta del Nolli fu la nuova icona della capitale del Grand Tour.

Dell’opera, la Biblioteca istituzionale possiede un esemplare, acquisito nel 1996, sul cui contropiatto anteriore venne applicata un’etichetta ex libris, presumibilmente proprio dal suo primo proprietario. Al centro del disegno, campeggia uno stemma sormontato da una corona, sostenuto da due volpi rampanti (una con catena) con zampe su un cartiglio e motto latino ("VITAM IMPENDERE VERO") Sotto lo stemma, la scritta “HOLLAND HOUSE”.

HOLLAND HOUSE è stata una grande residenza costruita nel zona di Kensington, a Londra, intorno agli inizi del secolo XVII. Alla morte del suo primo proprietario, l'edificio passò alla famiglia Fox dei baroni di Holland. Sotto il III Lord Holland la casa divenne un noto salotto letterario e politico, frequentato da personaggi quali George Byron, Charles Dickens, sir Walter Scott e Ugo Foscolo.
Nel 1940 l'edificio venne quasi completamente distrutto dalle bombe tedesche: si salvò solo l'ala est con la biblioteca (Foto).
 L’Ex Libris appartenne, molto probabilmente, alla collezione di Henry Fox (1705-1774), membro del Parlamento britannico dal 1735, I Barone Holland dal 1763 e erede di Holland House.

 

 

Risorse digitali:

 

 

XHTML 1.0 Valido!