Luciano Bonaparte, principe di Canino. A 120 anni dal suo arrivo in Italia
A 120 anni dal suo arrivo a Roma, la Biblioteca Istituzionale ricorda la figura di Luciano Bonaparte, politico francese, antiquario e archeologo, nato ad Ajaccio, 21 maggio 1775, fratello minore di Napoleone I con cui prese parte al colpo di stato del 18 Brumaio. Ministro dell'Interno (1799), ambasciatore a Madrid (1800), presto entrò in contrasto con il fratello per il suo matrimonio con Alexandrine de Bleschamp, che andava contro i piani di alleanze di Napoleone.
Stabilitosi a Roma nel 1804, nel 1814 fu nominato da papa Pio VII Principe di Canino. Dopo varie vicissitudine e la riconciliazione con il fratello durante i Cento Giorni, si stabilì definitivamente in Italia nella sua residenza di Canino.
Il 21 marzo 1824 papa Leone XII lo insignì del titolo di principe di Musignano e nel 1837 papa Gregorio XVI lo nominò principe Bonaparte.
Uomo di lettere, studioso di antichità, trascorse il resto della sua vita fra Canino e Viterbo, dove si dedicò a studi archeologici e alle collezioni d'arte.
Nel 1828 intraprese nei suoi possedimenti di Canino scavi di tombe etrusche, nell’area della Doganella prima e successivamente nella zona delle necropoli orientali del sito di Vulci, Ponte della Badia; scavi, che misero in luce una ricca serie di vasi greci e che proseguirono, soprattutto nell’area della Cuccumella, anche dopo la sua morte, avvenuta a Viterbo, il 29 giugno 1840.
Gli scavi erano ovviamente condotti allo scopo di trovare tesori e reperti che furono rivenduti e dispersi per tutta Europa ma diedero grande impulso a mostre, studi e approfondimenti sulla civiltà etrusca.
La Biblioteca conserva, tra molte altre opere su Vulci e l'Etruria, i pregevoli volumi ottocenteschi Museum etrusque de Lucien Bonaparte prince de Canino fouilles de 1828 a 1829 vases peints avec inscriptions, Viterbe, chez Camille Tosoni imprimeur, 1829 e Catalogo di scelte antichita etrusche trovate negli scavi del principe di Canino 1828-29, Viterbo, dalla tipografia dei fratelli Monarchi, 1829 ma anche opere precedenti agli scavi bonapartiani sull'Etruria quali le "settecentine" Francisci Mariani ... *De Etruria metropoli, quæ Turrhenia, Tursenia, Tuscania, atque etiam Beterbon dicta est, in varios auctores castigationes. Additur de Episcopis Viterbiensibus Parergon, Romæ, ex typographia Hieronymi Mainardi, 1728 e Breve notizia delle antichità di Viterbo detto Etruria, Turrenia, e Tuscania, e della cattedra de' vescovi dell'abate Francesco Mariani beneficiato, e scrittore greco in Vaticano
In Roma, per Gio. Zempel, vicino a Monte Giordano, 1730 (Romæ typis Johannis Zempel prope Montem Jordanum, 1732)