Virgina Woolf e Civitavecchia

 Virginia Woolf (1882-1941) visitò per la prima volta l’Italia nel 1908, quando era ancora molto giovane, e poi negli anni ‘30. Dopo la sua tragica morte, il marito Leonard decise di raccogliere una selezione di scritti tratti dai suoi diari, dove la scrittrice annotava non solo riflessioni su opere e letture, ma anche impressioni e descrizioni di luoghi, eventi, giornate-tipo, viaggi e gite fuoriporta; i diari, a metà strada tra vita e letteratura, furono pubblicati nel 1953 con il titolo “A Writer's Diary”, presso Hogarth Press, la casa editrice fondata dalla coppia.
Lo stile è telegrafico, tipico degli appunti personali. Eppure, nonostante le poche parole utilizzate e i pensieri appena abbozzati, posare lo sguardo là dove lo pose la grande scrittrice suscita nel lettore una grande emozione.
Nel maggio del 1935, Virginia Woolf si trova a Roma. Mentre legge “Gli indifferenti” di Alberto Moravia (pubblicati nel 1929), ricorda la bellezza del paesaggio della costa, verso Civitavecchia e oltre.

“Scrivo alle sei di una domenica sera con una banda che suona e si ferma e bambini che urlano da un albergo troppo lussuoso dove i camerieri portano il menù e io mescolo scandalosamente il mio francese a frammenti sparsi di italiano faticosamente acquisito. Eppure riesco a scorrere “Gli indifferenti” sdraiata sul letto, per mio divertimento. Oh quanto è bella ancora la campagna in certi punti – per esempio quella prima mattina in macchina, uscendo da Roma – il mare e il ciglio della campagna inviolata; e i pini a ombrello, dopo Civitavecchia”.

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