25 aprile: Festa Nazionale della Liberazione d'Italia
25 aprile: la Liberazione!
Alla fine dell’aprile 1945, le forze alleate irrompono nella Pianura padana, trovando le principali città del Nord Italia già sottratte ai nazi-fascisti dall’ Esercito di Liberazione e i grandi impianti industriali salvati dal vandalismo tedesco.
La Resistenza è stata guerra popolare di donne e di uomini, non solo impegnati in azioni di contrasto armato.
La maggior parte della popolazione assume un ruolo di sostegno, protezione, accoglienza, ed in questo collabora anche una parte del clero: un atteggiamento di solidarietà e condivisione che si riscontra ovunque, nelle città come nelle campagne, coinvolgendo tutti i ceti sociali.
Riteniamo fondamentale ricordare il 25 aprile, non solo come momento storico, ma soprattutto come avvio del processo democratico del nostro Paese, che ha visto anche il contributo delle donne e degli uomini di Roma e del territorio metropolitano, che hanno lottato e sono morti per l’affermazione di quei valori di libertà, giustizia, equità sociale e democrazia sui quali è fondata la nostra Costituzione.
Il 25 aprile, la guerra non è ancora conclusa, ma nel 1946 si decide di celebrare quel giorno memorabile, di grande forza popolare, come festa nazionale, assunta come data simbolica della Liberazione d’Italia.
Il percorso bibliografico
Donne e resistenza nella provincia di Roma. Testimonianze e documenti, Provincia di Roma, 1999.
[Bibl. CMRC CA 304]
E’ una ricerca storica che riporta la testimonianza di donne della provincia romana, impegnate attivamente nella Resistenza, durante l’occupazione nazista e i bombardamenti anglo – americani.
Quello delle donne è un impegno del tutto particolare: il contrasto al nazifascismo è intrecciato alla vita quotidiana; non si limita alla lotta armata, all’impegno di corriere e collegatrici, ma si caratterizza per le azioni di protezione, aiuto, cura.
I gesti delle donne, gesti che possono comunque mettere a repentaglio la propria vita, non “fanno la Storia”, quella delle battaglie degli sbarchi, delle strategie militari.
Questa ricerca, in cui le donne sono contemporaneamente oggetto di studio e soggetto di storia, non vuole semplicemente colmare “un vuoto di conoscenza” ma principalmente utilizzare un approccio diverso,che, contrastando i canoni tradizionali, possa riformulare la storiografia esistente, sia sul versante più ampio della storia delle donne, sia su quello specifico della resistenza.
Bruno Giuseppe, Anniversari, Roma, 1982.
[Bibl. CMRC Misc. IV 267]
Giuseppe Bruno, avvocato, pubblicista, antifascista che conosce il carcere e il confino, partigiano combattente, è Presidente della Provincia di Roma dal 1956 al 1960.
Questa seconda edizione di “Anniversari”, venne distribuita gratuitamente alle biblioteche provinciali e agli istituti scolastici di competenza dell’Amministrazione, secondo la volontà dell’autore, affinché, citando il monito di Cattaneo “Chi semina la servitù raccoglie il tradimento.”, i giovani potessero ricordare che la libertà non è e non sarà mai un regalo.
I discorsi raccolti nella pubblicazione sono all’insegna del “celebrare è ripensare”, un invito alla memoria, per quegli avvenimenti che Bruno storicizza, cogliendo l’essenzialità dei fatti.
Caporossi Franco, Monti Lepini 1943 – 1945. Occupazione, Resistenza, Liberazione, Pontinia, 2005.
[Bibl. CMRC EA 242]
Franco Caporossi delinea con un linguaggio semplice e scorrevole, uno spaccato di vita provinciale, utile per una conoscenza più approfondita del nostro Paese.
Il racconto dell’autore, non è asettico, né distaccato, ma messo in relazione alla vita della gente comune.
Chi ha vissuto quei terribili giorni, leggendo, ritrova speranze, paure e la consapevolezza di aver contribuito, ognuno in base alle proprie possibilità e capacità, alla storia della Resistenza sui Monti Lepini e alla liberazione dal nazifascismo.
La ricostruzione accurata, basata su una ricerca storica approfondita, è uno strumento utile alla divulgazione, una sorta di diario di chi, con la forza delle idee e delle azioni, ha contribuito alla libertà e alla democrazia.
Mammuccari Mario, Miserocchi Anna (a cura di), Le donne condannate dal Tribunale speciale recluse nel carcere di Perugia, Milano, La Pietra, 1979.
[Bibl. CMRC Misc. VII 359]
La pubblicazione è stata realizzata in occasione della scoperta della lapide posta sulle mura esterne del carcere di Perugia, per ricordare e onorare le antifasciste lì recluse dal 1928 al 1943 e mettere in evidenza il contributo e il sacrificio delle donne durante la lotta al regime fascista nel corso degli anni.
Le recluse chiedono libri, studiano, sono consapevoli che il sacrificio della libertà e la lontananza così dolorosa dalle proprie famiglie, senza la conoscenza, non basta.
Hanno già cominciato a costruire attraverso se stesse, liberandosi dalla schiavitù dell’ignoranza, una società nuova.
Le parole di Lea Giaccaglia ” Nel pensare a loro esulta il mio cuore nella fede quasi religiosa dei destini dell’umanità.”, sono un testamento per i figli, che non sanno se e quando rivedranno le madri, donne coraggiose e consapevoli.
Mogavero Giuseppe, Parisella Antonio (a cura di), Memorie di quartiere. Frammenti di storie di guerra e di Resistenza nell’Appio Latino e Tuscolano 1943 – 1944, Roma, Edilazio, 2007.
[Bibl. CMRC EA 223]
La ricerca ricostruisce con precisione lo scenario dell’epoca, la geografia storica dei luoghi. Dà spazio a testimonianze e documenti che offrono la voce a storie personali e a frammenti di storia.
Frammenti di storia: perché c’è troppo ancora da scoprire, da far emergere, per giungere alla storia, ad una conoscenza reale e complessa dei differenti aspetti, di quella precisa realtà.
Il testo percorre il tempo della guerra, l’occupazione tedesca, il bombardamento del 13 agosto1943, la Resistenza all’interno del quartiere Appio – Latino – Tuscolano, la Liberazione.
Territorio e memoria: memoria per quelle cittadine e per quei cittadini, protagonisti determinati della liberazione dall’oppressione nazista e dalla dittatura del ventennio fascista.
E’ importante che nessuno dimentichi, che tutti conoscano le proprie radici e questo è il racconto sofferto di donne e uomini che hanno rafforzato la consapevolezza civile e sociale del nostro Paese.
Panimolle Giuseppe (a cura di), L’eccidio di Vicovaro, Tivoli,1965.
[Bibl. CMRC Misc. 53]
La breve pubblicazione è uno stralcio del libro “La resistenza dell’Alta Valle dell’Aniene”, testo fondamentale per una conoscenza approfondita di quanto accadde durante l’occupazione nazista, periodo in cui la popolazione della Valle subì soprusi e violenze inaudite.
Non tutte le numerose vittime sono militanti della resistenza armata, bensì semplici cittadini che hanno sentito il dovere di contrastare l’occupazione, con il rifiuto di lavorare per i tedeschi, opponendosi ai saccheggi e alla requisizione dei beni, fornendo cibo e rifugio ai prigionieri alleati in fuga. Ma qualcuno viene anche rastrellato a caso.
A Vicovaro, nell’eccidio di Villa Spada e nella strage delle Pratarelle, le vittime sono trenta, dai 3 agli 83 anni, barbaramente trucidate dai nazisti, durante i giorni della ritirata del giugno – luglio 1944: tra loro donne, giovani, vecchi, bambini e un nascituro nel grembo materno.
Un contributo tragico alla lotta di liberazione, affinché guerre e dittature non appartengano più al mondo civile.
Secchia Pietro, Aldo dice 26x1. Cronistoria del 25 aprile 1945, Milano, Feltrinelli Editore, 1973.
[Bibl. CMRC STO 213]
Nei grandi centri dell’Italia settentrionale l’insurrezione contro il nazifascismo si sviluppa in date differenti, comprese tra il 23 e il 26 aprile 1945.
“Aldo dice 26x1” sono le parole d’ordine da tempo concordate, attraverso le quali, tramite telegramma, il Comando militare regionale piemontese impartisce a tutti i comandi di zona l’ordine di applicare il Piano E 27: è l’insurrezione, l’ora della giustizia, della libertà, della democrazia.
Dopo venti mesi di lotta di liberazione, guidata dalle forze popolari, senza una volontà forte e una preparazione capillare, l’insurrezione non avrebbe avuto luogo oppure si sarebbe conclusa in una avventura disastrosa.
L’autore, pur ritenendo non sia stato ancora elaborato uno studio organico sulle giornate insurrezionali dell’aprile del 1945, non pretende di colmare le lacune esistenti, ma con questo suo scritto vuole contribuire personalmente ad una maggiore conoscenza di questi ultimi giorni, decisivi per la guerra di liberazione.
Una fase storica importante, a livello politico, militare e morale.
Tedesco Viva, Il contributo di Roma e della provincia nella lotta di liberazione, Amministrazione Provinciale di Roma, Roma, 1965.
[Bibl. CMRC EA 42]
Per lunghi anni gli studiosi non hanno approfondito ricerche storiche sulla Resistenza nella provincia romana.
In occasione del 20° anniversario della lotta di Liberazione, l’Amministrazione Provinciale di Roma, apporta, attraverso un'originale e documentata testimonianza, il proprio contributo alle manifestazioni che vogliono tenere vivo nella memoria degli italiani il ricordo di quel periodo, come spinta efficace al processo di sviluppo sociale e democratico, realizzatosi in Italia dal 25 aprile 1945.
La pubblicazione è affidata all’Istituto di Storia Moderna della Facoltà di Lettere, dell’Università di Roma, attraverso l’elaborazione di Viva Tedesco.
L’autrice colma la frammentarietà con cui gli studiosi hanno condotto ricerche sulla Resistenza nel territorio provinciale, improntando il suo lavoro sull’utilizzo di fonti differenti, con la costante di mantenere il rapporto tra fatti e accadimenti di origine locale e quelli più ampi, di livello nazionale.