6 gennaio 2021. L'Epifania a Roma e nel territorio metropolitano. Percorso bibliografico e iconografico dal patrimonio della biblioteca e dalle risorse digitali reperibili in rete
La Biblioteca Istituzionale e l'Archivio Storico della Città metropolitana di Roma Capitale affidano i propri auspici e auguri per l'anno appena iniziato alla figura e alla tradizione della Befana, che, insieme all'arrivo dei Re Magi nella tradizione cristiana, il giorno dell'Epifania o Pasqua Epifania, sanciva la fine delle festività natalizie nelle campagne del territorio romano, dove, al suono di organetti e canti allegri, gruppi di uomini, cantando la Pasquarella, andavano di casa in casa accolti con bicchieri di vino, uova, salsicce, uva secca.
A Roma, il cuore dei festeggiamenti dell'Epifania era Piazza Navona, dove ci si recava dapprima a comprare dolci e giochini e poi il 6 ci si ritrovava a far baldoria, anzi buriana fino a notte inoltrata.
[...] la tradizione di questa buriana notturna è assai antica; rìsale agli ultimi del Seicento. Tutti i romani vi partecipavano; popolo, borghesi e signori che, una volta tanto, si incanagliavano. I forestieri affittavano una finestra sulla piazza e assistevano da un palchetto da teatro [...]
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Riprendendo la mostra "Epifania che tutte le feste si porta via" pubblicata nel 2017, ripercorriamo velocemente la storia e le origini di questa amatissima ricorrenza:
l'origine della festa e della figura della Befana è molto probabilmente da ricollegare agli antichi riti propiziatori legati ai cicli dei raccolti e del nuovo anno. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte di Madre Natura e se ne propiziava la rinascita. I Romani credevano che in queste dodici notti delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti. Un'altra ipotesi collegherebbe la Befana con una antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia, durante la quale ci si scambiavano regali.
Nel Medioevo, la Befana prende le sembianze più simili ad una strega, anche se buona: non a caso, fu rappresentata su una scopa volante, che da antico simbolo della purificazione delle case (e delle anime), divenne strumento di stregoneria, anche se la Befana cavalcava la scopa al contrario, cioè tenendo le ramaglie davanti a sé.
Secondo una versione "cristianizzata" di una leggenda risalente al XII secolo circa, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, la donna inizialmente non li accompagno,’ per poi pentirsene. Così si mise a cercarli, donando dolcetti ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.
[...] Avevamo il Bambinello, noi; e poi c’era la Befana che ci aspettava pochi giorni dopo, per riempire, con qualche caramella, un torroncino, mandarini e fichi secchi, le nostra calze di cotone nero, con la soletta bianca, fatte con i ferri dalle nostre donne. Aspettavamo con ansia la nostra cara e dolce vecchietta, che non era brutta come la rappresentano ora, ma dolce e premurosa, come le nostre nonne. Tinta di fuliggine, volava silenziosa di tetto in tetto, con il suo sacco pieno di cose buone, infilandosi magicamente nelle calde canne dei numerosi camini. [...]
da Gerardo Rosci, Il dono per il Bambinello, in Aequa. Indagini culturali sul territorio degli Equi, A. 18, n. 67 (2016)
Tradizionalmente, solo la Befana portava, oltre ai dolci, i “giocherelli” per i bambini, che la sera del 5 le preparavano la colazione lasciandole un mandarino, qualche noce o un bicchiere di vino. La mattina dopo, trovavano le calze con i dolcetti e pure qualche pezzetto di carbone per i più monelli. E poi tutti per strada a giocare con i giocattolini, a volte solo per pochi giorni: infatti, spesso, - come racconta ancora qualche nonno – nascosti e conservati durante l’anno, venivano poi risistemati, abbelliti con qualche decorazione in più e riconsegnati ai bambini l'anno dopo. Anche se riadattato e riciclato, infatti, il “giocattolino” non mancava neanche nelle case più povere.
Ancora oggi, seppure assediata dal dilagante consumismo di massa, è una figura amata dai bambini, spesso a torto considerata come la “moglie di Babbo Natale”, una nonna-strega severa ma in fondo benevola.
Immagini:
BIBL CMRC INC II 11
BIBL CMRC RIV A 241
BIBL CMRC Inc. II,60
Percorso di lettura dai volumi della Bibilioteca
Innocenzi Aldo, Verzulli Luca, La Pasquarella a Turania, Vivaro Romano e Riccetto, in Aequa. Indagini culturali sul territorio degli Equi, A. 15 n.53 (2013)
Rosci Gerardo, Il dono per il Bambinello, in Aequa. Indagini culturali sul territorio degli Equi, A. 18, n. 67 (2016)
BIBL CMRC RIV E 75
- Anzio. Ospizio marino. La distribuzione della "befana" ai bambini (1932)
- Capitolium XIII (1938) n. 1, pp. 31 e segg (Befana a Piazza Navona)
- Capitolium XXV (1950) n. 1-2, pp. 21 e segg. (Befana a Piazza navona)
- Archivio luce (Befana negli anni '30)
- Polo Bibliotecario Regione Lazio (anni '30-'60)
- Befana 1955 (da Archivio Luce, in cui compare Alberto Sordi)
- Natale a Roma: la Befana di Piazza Navona 1972 - Archivio Luce
- Aequa n. 67 (Il dono per il Bambinello)
- Aequa n. 53 (sulla tradizione della Pasquarella a Vivaro)
Filmografia
- La freccia azzurra, di Enzo D'Alò (1996), dall'omonimo racconto di Gianni Rodari. Scheda e locandina
- Miacarabefana.it di Lodovico Gasparini - film TV (2009).
- S.O.S. Befana, di Francesco Vicario - film TV (2011). Sequel. Scheda e locandina
- La Befana vien di notte, di Michele Soavi (2018). Scheda e locandina
Altri contributi