Antonio Manzini e Montelibretti

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 Antonio Manzini (1964-), scrittore, attore e regista contemporaneo, è noto al grande pubblico per le storie del vicequestore romano Rocco Schiavone, cinico, scontroso e fuori dagli schemi, le cui vicende hanno ispirato anche una serie televisiva di notevole successo.
Nel romanzo “7.7.2007” (Sellerio 2016), nel corso del lungo flashback che rievoca la morte di Marina, moglie di Rocco, l’autore si sofferma su un breve ma intenso momento vissuto e condiviso dalla coppia: sotto il cielo stellato di Montelibretti, Rocco e Marina si perdono “con gli occhi e con la mente” alla ricerca delle stelle e delle costellazioni. Il brano, breve ma suggestivo, ricorda le notti estive che spesso i nostri comuni, lontani dal caos luminoso della Capitale, dedicano all’osservazione del cielo e dei suoi astri splendenti:

“Ora che le luci della città erano lontane, le stelle erano esplose come un fuoco d’artificio. Rocco le osservava mentre attraversavano il pratone verso il retro del mobilificio. Tante volte si era ripromesso di studiarle per poter dare un nome a quelle lucciole, e ogni volta aveva abbandonato l’impresa. Si ricordò di una notte, su un colle di Montelibretti, dove un astronomo con un laser puntato sul cielo stellato indicava gli astri uno ad uno e li nominava, parlando della loro storia, delle costellazioni che formavano. Rocco e Marina s’erano persi con gli occhi e con la mente a pensare alle distanze, al silenzio e a quei punti che avevano guidato eserciti, marinai e innamorati. Occhi lontani, testimoni da sempre dei fatti degli uomini, avevano assistito ai momenti più gloriosi e alle più atroci nefandezze. Erano ancora lì. Qualcuna forse era già morta.”

 

Risorse digitali:

Corto amatoriale su Montelibretti (riprese con drone)

Intervista 

 

 

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