Maggio dei Libri 2020. Storie digitali: libri e narrazioni del territorio al tempo delle App. Racconti, romanzi, poesie, immagini e stampe del territorio metropolitano.

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 La Biblioteca Istituzionale e l'Archivio Storico partecipano anche con questa seconda iniziativa al Maggio dei libri 2020, dedicato ad uno dei tre filoni individuati nell'ambito del tema "Se leggo scopro", ovvero "Il mondo fuori di me".

 
Attraverso racconti, romanzi, poesie, ambientati nei comuni della Provincia o scritti da autori nati in Provincia, presenti nel nostro catalogo on line e/o nei cataloghi di biblioteche storiche di Roma e del territorio provinciale, vengono aperte "virtualmente" le porte alla narrazione delle ricchezze storico-artistiche del territorio metropolitano, invitando i lettori ad un percorso di lettura momentaneamente al di fuori della sede abituale, arricchito da contributi culturali digitali, e-book, film e letture online di brani di volumi e poesie.

Storie digitali: libri e narrazioni del territorio al tempo delle App. Mostra bibliografica e iconografica multimediale

Leggendo le pagine di romanzi e racconti di grandi scrittori e poeti provenienti da ogni parte d'Europa ci si rende conto che più d'uno decide di spingersi fuori dai confini di Roma, per affrontare l'avventurosa scoperta della Campagna romana, delle zone collinari e montuose, descrivendo con sconcerto luoghi particolarmente selvaggi, rimanendo affascinati dalla serena visione di un lago o in contemplazione di un'opera d'arte.
Gli scrittori e i poeti, nel classico Grand Tour in Italia nei secoli XVIII e XIX, i registi e gli sceneggiatori, nei tempi moderni, visitano Roma e la campagna romana, spingendosi al di là del suo stretto confine, comprendente solitamente i Castelli Romani, fino a toccare quasi tutti i luoghi dell’attuale area metropolitana di Roma.
Attraverso una selezione significativa di volumi, fotografie, film, accompagnati da letture on line, vengono suggeriti itinerari che riconducono ad opere letterarie e cinematografiche nelle quali hanno trovato evocazione luoghi storico-artistici così unici e incantevoli da poter comporre una originale mappa letteraria del territorio.
I materiali multimediali della mostra, per ora virtuale ma che costituiranno successivamente la Sezione ”Narrare il territorio” della Biblioteca, consentono il recupero, quindi, alla visione del pubblico di pagine, versi e immagini cinematografiche per lo più ancora poco conosciuti, che invitano alla scoperta e/o riscoperta dei luoghi del territorio metropolitano.

I percorsi della mostra multimediale.

In un suggestivo intreccio tra letteratura, territorio e memoria, la Biblioteca propone una scelta di brani tratti da romanzi, racconti, novelle, poesie, in cui siano raccontati, descritti o menzionati i paesi e le città del nostro territorio, per comprendere l’ispirazione che ha guidato alcuni grandi autori dell’Ottocento e del Novecento attraverso le nostre campagne, le nostre spiagge, il nostro mare, i nostri borghi, per riviverne le emozioni e accoglierne le suggestioni; perché le case, le strade, le stazioni, i monti, quando vengono raccontati, diventano un patrimonio culturale e ambientale da valorizzare, anche attraverso la condivisione e la diffusione dei testi.

 Hermitage at Albano, J. Merigot Roma, Biblioteca Provinciale (Inc.II 44; inv. 35532)
 

Molti grandi scrittori, come Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Gabriele D’Annunzio, Federigo Tozzi, Luigi Pirandello, Ennio Flaiano, Virginia Woolf, David Herbert Lawrence, Melania Mazzucco hanno posato lo sguardo sulla costa, da Civitavecchia a Nettuno; altri, come Gianni Rodari, ancora Alberto Moravia, e soprattutto Giorgio Bassani, hanno lasciato ricordi toccanti dell’area ceretano-sabatina; la zona a nord-est della Capitale, fino al Monte Soratte, è stata menzionata da Maria Bellonci, da Giuseppe Berto e narrata da Federigo Tozzi; l'area sabina è stata raccontata da Achille Campanile e menzionata dal contemporaneo Antonio Manzini; nella Valle dell’Aniene, amata e descritta da Rafael Alberti, conosciuta da Luigi Pirandello e Elsa Morante, si ambientano opere di Antonio Fogazzaro e di Maria Bellonci; a Tivoli si posa lo sguardo poetico di Giuseppe Ungaretti e Rocco Scotellaro e la profonda prosa al femminile di Madame De StaelMargherite Yourcenair, l’area prenestina è stata amata e descritta da Thomas e Heinrich Mann. Infine, l’area dei Castelli Romani, apprezzata e amata in ogni tempo, è stata narrata da Stendhal, George Byron, George Sand, Hans Christian Andersen, Luigi Pirandello, Gabriele D’Annunzio, Pier Paolo Pasolini, Carlo Emilio Gadda, Giuseppe Ungaretti, Achille Campanile, Sibilla Aleramo, Pablo Neruda, Corrado Avaro e ammirata anche da Henry James.

Dall’elenco sottostante è possibile accedere alla pagina dedicata a ciascun autore; oltre a una breve introduzione al brano selezionato, un link consente la fruizione di e-book, audio libri, letture ad alta voce, film, quando presenti sul catalogo collettivo o sul web.

Gabriele D’Annunzio, Albano e Nemi - lettura
“Era il ritorno. Il sole spandea per i boschi ducali,
precipitando, un fuoco torbido. Ma su l’acque,
chiuse da quel gran cerchio di tronchi infiammati, un pallore
cupo regnava.”

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Byron e Nemi - lettura
“Ed ecco Nemi! Incastonato a ombelico fra le colline boscose”
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Sibilla Aleramo e Nemi
"[...] al principio di aprile andammo, noi due soli, a passare alcuni giorni a Nemi: nel verde rinascente dei boschi la creatura amata riacquistò finalmente tutta la sua vivacità. Dolcezza ineffabile di quella
nostra solitudine dinnanzi alla piccola conca glauca e silenziosa del lago! [...]"

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Pier Paolo Pasolini e i Castelli Romani

"Divoriamo l’Appia, siamo a Albano – dove poi appunto, dovremo tornare per la nostra faccenda –, voliamo su Ariccia, aggrappata al suo vertiginoso ponte sul vuoto di un vulcano defunto, poi lago defunto, e ora feconda vallata funeraria dolcemente spalancata sul mare. E giungiamo a Genzano: alla pappatoria."
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Carlo Emilio Gadda e i Castelli Romani
“Ingravallo si potè concedere una scappata a Marino... era una giornata meravigliosa: […] gli pareva davvero di inalare ambrosia cor naso, de bevela giù ne li polmoni: un sole dorato sur travertino o sur peperino d'ogni facciata de chiesa”
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George Sand e Frascati
“Insomma, qui a Frascati si entra in un altro mondo, un piccolo mondo di giardini nelle rocce che, grazie al cielo, non somigliano a nulla, un mondo che ci fa comprendere le delizie della vita antica”.
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Corrado Alvaro e Frascati

“Le gite turbolente ai Castelli, le liti a volte sanguinose durante le elezioni, i repubblicani con la cravatta nera svolazzante, i bevitori che venivano a saziarsi di vino nelle case dove era uso servirlo a tavola negli annaffiatoi da giardino, le ville patrizie, una decina, con le loro fontane, cascate, giuochi d'acqua, labirinti di mortella, alti prelati e cocchi padronali, questo era allora Frascati con la sua luce settentrionale, la sua vegetazione di montagna e le vigne digradanti sui colli a solatìo tra cui sorgevano ruderi romani"
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 Pablo Neruda e Frascati

[...]Quel giorno l'oliva,
il vino novello,
la canzone del mio amico,
il mio amore lontano,
la terra bagnata,
tutto così semplice,
così eterno
come il chicco di grano,
lì a Frascati
i muri bucherellati
dalla morte,
gli occhi della guerra alle finestre[...]

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Stendhal e Albano
“La foresta della Faiola, i cui alberi giganteschi ricoprono un antico vulcano, fu l'ultimo teatro delle imprese d Marco Sciarra. Tutti i viaggiatori vi diranno che è il posto più bello di quella stupenda campagna romana, il cui fosco aspetto sembra fatto apposta per la tragedia. Essa incorona con la sua nera verdura le vette del monte Albano…”
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Henry James e i Colli Albani
"[...]Mi ricordo la bellezza del luogo e degli strani, pittoreschi e vecchi paesetti montani nei dintorni. La Campagna era in fiore e spuntavano le prime foglie, i miei amici stavano all’aria aperta”.
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  Hans Christian Andersen, Ariccia e Genzano
“Si era nel mese di giugno. Si avvicinava così il giorno in cui tutti gli anni si celebra la festa dei fiori a Genzano”.
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Luigi Pirandello e Monte Cavo - lettura
“I laghi d’Albano e di Nemi: un paio d’occhiali insellato su quel gran naso con la punta all’insù, ch’è il Monte Cavo. “
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Pier Paolo Pasolini e Ciampino
[...nelle coloniali notti in cui Ciampino
abbagliato sotto sbiadite stelle
vibra di aeroplani di regnanti, [...]

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Gabriele D'Annunzio e Ardea
[...]Tutto esprime la forza e la grandezza nella muraglia della prisca città fondata da una schiera d'Argivi spinti alla spiaggia dal vento di mezzodì. La valle dell'Incastro è una conca piena del medesimo silenzio ch'empie i sepolcri cavi dei Rutuli primevi; la chiostra dei monti, dagli Aricini ai Lanuvini, dagli Albani ai Veliterni, è come un ciclo di miti impietrati; nell'epica luce sembrano vaporare gli spiriti delle stirpi; i massi squadrati hanno per eterno cemento la parola di Vergilio: “et nunc magnum manet Ardea nomen”.
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Luigi Pirandello, Anzio e Nettuno
“Il treno si arrestò ad Anzio, per pochi minuti, e il professor Corvara Amidei stette con tanto d'occhi a mirare ciò che dalla stazione si scorgeva della bella cittadina”
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Rafael Alberti e la Valle dell’Aniene-lettura
“Licenza fa prodigi / per non precipitare nella valle. Roccagiovane / chissà dove sarà? Divinità nascosta? / Salda, ordinata, Mandela mi saluta / con la sua alta torre pallida. Mi offre / la sua chiesa Vicovaro.”
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Rocco Scotellaro e Tivoli

Entra che ti sfiora un fresco di vesti di edere
e un ventagliare di fronde.
Che incantano i viali
e svettano i fiori,
scivola l'uccello pei rami;
ondeggiano calme
le vette dei pini
e glicini scendono scendono
con lo scroscio de l'acque.

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Marguerite Yourcenair e Villa Adriana a Tivoli
“Ieri, alla Villa, ho pensato alle mille e mille esistenze silenziose, furtive come quelle degli animali, inconsce come quelle delle piante: vagabondi dei tempi del Piranesi, saccheggiatori di ruderi, mendicanti, caprai, contadini che hanno preso alloggio alla meglio in un angolo di rifiuti, che si sono succeduti qui tra Adriano e noi.”
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Madame de Stael e Tivoli
"La casa di Corinna era edificata al di sopra della Fragorosa cascata del Teverone; sull’alto della montagna, dirimpetto al suo giardino eravi il tempio della Sibilla […]La vista del vicino paese, da qualunque pAunto si considerasse formava un quadro che scorgevasi là come il centro o l’ornamento di tutto."
 
Giuseppe Ungaretti, Tivoli e il lago di Albano
[...]In sé da simulacro a fiamma vera
errando, giunse a un prato ove
l'ombra negli occhi s'addensava
delle vergini come
sera appiè degli ulivi;[...]
 

Thomas Mann e Palestrina - lettura
“Quando durante le ferie del 1912, partendo ancora da Kaisersaschern, feci visita in compagnia della mia giovane moglie a Adrian e a Schildknapp nel nido fra i monti sabini che avevano scelto come luogo di residenza, i miei amici vi stavano già trascorrendo la seconda estate”
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Antonio Fogazzaro, Jenne e Subiaco
“L’orizzonte ardeva, dietro il prossimo Subiaco, sulla obliqua fuga dei monti Sabini che da Rocca di Canterano e Rocca di Mezzo vanno verso Rocca San Stefano”
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Alberto Moravia e Torre Astura, passando per Genzano e Anzio
“Volevo mostrare la spiaggia di Torre Astura a due miei amici che non ci erano mai stati, e così, nonostante il cattivo tempo, si partì di mattina”.
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Virginia Woolf e Civitavecchia - lettura
“Scrivo alle sei di una domenica sera con una banda che suona e si ferma e bambini che urlano da un albergo troppo lussuoso dove i camerieri portano il menù e io mescolo scandalosamente il mio francese a frammenti sparsi di italiano faticosamente acquisito. Eppure riesco a scorrere “Gli indifferenti” sdraiata sul letto, per mio divertimento. Oh quanto è bella ancora la campagna in certi punti – per esempio quella prima mattina in macchina, uscendo da Roma – il mare e il ciglio della campagna inviolata; e i pini a ombrello, dopo Civitavecchia”.
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Gianni Rodari, Civitavecchia, Tolfa e Allumiere
“Lassù lassù, tra i monti della Tolfa, dove i funghi sono sempre porcini e le castagne non hanno mai il verme; ma qualche volta anche laggiù laggiù, nella Piana delle Lumache, dove le acque del Mignone vagano senza un'idea precisa, si aggira un solitario cow-boy”.
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Giorgio Bassani e Cerveteri
“Fu durante una delle solite gite di fine settimana. Distribuiti in una decina d’amici su due automobili, ci eravamo avviati lungo l’Aurelia subito dopo pranzo, senza una meta precisa”.
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David Herbert Lawrence e la costa etrusca (Ladispoli e Cerveteri)
"É una costa desolata, con un mare sprofondato e depresso quasi senza vita, e un entroterra che sembra abbia esalato l’ultimo respiro, e giaccia inerte per sempre. Eppure questo è il mar Tirreno, il mare degli etruschi […]."

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Alberto Moravia e il lago di Bracciano
“Decidemmo di tornare sul lago di Bracciano per vedere se trovavamo qualche cosa da mangiare, in uno di quei paesini tanto belli, Anguillara oppure Trevignano. Per tutta la corsa che fu vertiginosa, non cessammo un sol momento di parlare male della gente intorno a Roma.”
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Alberto Moravia e Fiumicino
"Poco più giù voltai e presi per la strada di Fiumicino. Questa strada, poco dopo, passa il Tevere sopra un ponte nuovo, e c'è una vista bellissima".

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Ennio Flaiano e Fregene
“ Come sono belle queste giornate deserte al mare, come si riprende contatto col tempo e ci si lascia andare nel dolce abbandono dell’autunno limpido![…] La notte ora è silenziosa, i cani non abbaiano più alla Luna, che si leva tardi, e che a giorno fatto indugia ancora alta sul mare, sfrangiata verso ponente”
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Federigo Tozzi e Maccarese
“Il mare scrosciava di là dai ginepri, molti dei quali erano rossi perchè il sole li aveva seccati. La pineta di Maccarese, fosca e squarciata a tratti, andava incontro alle strisciate cupe e buie degli olmi e delle querci. "
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Melania Mazzucco e Santa Severa

 

“strizzavo gli occhi e scrutavo l’orizzonte nella speranza di intravedere lo spruzzo di un’altra balena. Ma sul pelo dell’acqua galleggiavano solo le tartane dei pescatori di Santa Marinella e, più a largo le vele bianche di una nave diretta verso Porto Ercole.”
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Maria Bellonci e Castelnuovo di Porto
“La sera, toccando il venticinquesimo chilometro videro profilarsi a destra una collinetta fasciata dal grigio dilavato degli olivi e scoprirono tra mura fortificate e torrioni la forma di un campaniletto duecentesco.
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Dacia Maraini e Campagnano di Roma
"Torno a rivederti Campagnano/sepolta sotto la neve in un abbacinato fiorire di cieli bianchi/e soli rosa e rami secchi feriti, il mio cane vola come folaga/col muso di gomma nera all’aria, un lenzuolo di ghiaccio copre i suoi campi"
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Giuseppe Berto e Riano
“Potevo mangiare anche bucatini all'amatriciana se li mangiavo volentieri, e io poi quando uscii dal suo studio tornando verso casa in compagnia di mia moglie che era venuta a prendermi”
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Federigo Tozzi e Sant’Oreste
“Ma andavamo anche sul Monte Soratte. Scesi dal tranvai, alla stazione di Sant’Oreste, prendevamo su per una oliveta scura e immobile"
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Antonio Manzini e Montelibretti
“Ora che le luci della città erano lontane, le stelle erano esplose come un fuoco d’artificio." 
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Achille Campanile e Nerola
“Nerola è in cima a una montagna e per andare a Farfa occorre per prima cosa raggiungere al piano la via Salaria e di qui inerpicarsi per altre montagne fino a quell’antico paesetto, che possiede un illustre monastero. 
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