Giuseppe Berto e Riano

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Giuseppe Berto (1914-1978), di origine veneta, ex prigioniero di guerra, è stato scrittore, sceneggiatore e drammaturgo.
Ne “Il male oscuro”, opera che appare per la prima volta nel 1964 e che racconta in prima persona una vita di frustrazioni, di ansie e di ossessioni, l’autore menziona la cittadina di Riano. Il protagonista, dopo una seduta di psicanalisi e rinfrancato dalle parole del suo medico, decide di recarsi con la moglie a mangiare fuori, per trovare conforto in un buon pranzo a base di fettuccine al sugo e pollo alla diavola.
La prosa è fittissima e ininterrotta, con punteggiatura ridottissima, quasi a voler dar forza all’irruenza e l’accavallarsi dei pensieri, come in un ininterrotto flusso di coscienza:

 

“[…] cioè potevo mangiare anche bucatini all'amatriciana se li mangiavo volentieri, e io poi quando uscii dal suo studio tornando verso casa in compagnia di mia moglie che era venuta a prendermi e non faceva che dirmi dimmi cosa ti ha detto e io niente e lei ti avrà pur detto qualcosa se sei stato dentro un'ora e io niente mi ha detto, comunque ero abbastanza contento e pensavo ai bucatini all'amatriciana e mi dicevo stasera vado a cena fuori e me ne mangio una porzione doppia, c'era dunque in me una buona carica vitale dopo questo primo abboccamento psicoanalitico e in un certo senso mi pareva che se avessi superato la prova dei bucatini forse ne avrei superato anche un'altra ben piú seria, e frattanto mia moglie diceva gli avrai parlato male di me parli sempre male di me con tutti, e io allora le dissi che mi ero dimenticato di parlargli di lei o per meglio dire non se ne era presentata l'occasione, e io capivo che presso di lei questo psicoanalista era già irrimediabilmente condannato ma d'altra parte mica potevo raccontarle cose non vere o anche cose vere dalle quali mi pareva opportuno che rimanesse esclusa, e cosí tanto per farla in qualche modo partecipe di quel colloquio che molto la incuriosiva le dissi che mi aveva detto di mangiare ciò che mi piaceva ad eccezione di latte latticini frutta e verdure in sostituzione delle quali dovevo prendere vitamine in pillole, eppertanto stasera saremmo andati a mangiare fuori bucatini all'amatriciana, ma siccome lei storse la bocca perché i bucatini in verità le piacciono poco dissi va bene andremo a Riano cosí io mangerò fettuccine al sugo e tu pollo alla diavola, e dissi apposta a Riano perché sta qualche chilometro fuori Roma forse venti o poco meno, e mi dissi se hai coraggio di mangiare fettuccine al sugo avrai anche il coraggio di arrivare a Riano, ma in realtà poi verso sera il coraggio mi venne meno e dovemmo fare tre o quattro telefonate prima di trovare uno di quei giovani assistenti psichiatri disposto a venire a mangiare a Riano, e cosí mentre si stava a tavola dovetti naturalmente raccontare ciò che avevo detto allo psicoanalista e ciò che lo psicoanalista aveva detto a me […].”

 

Risorse digitali:

Video tratti dal film “Il male oscuro” di Mario Monicelli (1990)

Primo contributo 

Secondo contributo

 

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