George Byron e Nemi
"Era il 1817. Napoleone scuoteva l’Europa, e il Romanticismo infuriava. Tra la folla d'illustri personaggi che in quegli anni viaggiarono e amarono l'Italia uno dei più noti fu certamente lord Byron. Attraverso la sua testimonianza possiamo rievocare l’importanza che certi luoghi hanno rivestito nell’immaginario poetico" (testo tratto da: www.comunedinemi.it).
George Gordon Byron alla vista di Nemi scrive:
Ed ecco Nemi! Incastonato a ombelico fra le colline boscose
così lontano che il vento furioso che svelle
la quercia dalle radici, e che versa
l’oceano fuori dai suoi confini, e porta
la schiuma contro i cieli, risparmia a malincuore
lo specchio ovale del tuo lago di vetro
e calma come l’odio nascosto, la superficie ostenta
un aspetto inalterabilmente profondo e freddo che niente riesce a scuotere
tutto raggomitolato in tondo su se stesso, come dorme il serpente.
Childe Harold’s Pilgrimage, CLXXIII ottava — versi 1550 sgg.
Il fascino del lago, con il bosco circostante, ci aiuta a ricostruire la fisionomia del luogo e capirne l’essenza attraverso il racconto dell’artista: Byron vede il lago ai suoi piedi, incastonato nel verde, a ombelico fra le colline boscose. Andandosene da Nemi, nel registro dei visitatori della locanda De Sanctis, lasciò scritti questi versi, che l’anno dopo inserì nel IV canto del Childe Harold’s Pilgrimage.
Le visioni e le descrizioni che i poeti ci hanno restituito dei paesaggi del nostro territorio sono certamente una parte considerevole del patrimonio della letteratura italiana.
Risorse digitali:
Reading Emma Marconcini
Reading (lingua inglese)
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