Novità di Maggio 2021

 

D'Agata Anna Lucia, a cura di, Exegi monumentum. L'area della ricerca di Roma 1 del CNR a Montelibretti, Roma, Quasar 2019

BIBL CMRC Misc 896

La Mostra permanente sull'Area della Ricerca di Roma 1 del CNR organizzata nel dicembre 2018 dall'Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISMA) e dalla Presidenza dell'Area della Ricerca, ha messo in luce l'identità culturale e geografica dell'Area della Ricerca di Montelibretti: un contesto vivo e denso di storia, patrimonio condiviso della comunità che la popola.
In particolare, importantissime sono le notizie dei ritrovamenti archeologici della necropoli di Colle del Forno, afferente all'antica città di Eretum, localizzata nel sito di Casa Cotta, nel comune di Montelibretti. Eretum era un'importante città della Sabina, in posizione strategica a controllo della via Salaria e del Tevere, non lontana da Lucus Feroniae, sviluppatasi dal VII sec. a.C. su un'area di ca 20 ha.
Nel 1970, proprio durante i lavori di costruzione dell'Area di Ricerca di Roma 1 del CNR è riemersa la necropoli, il cui scavo fu diretto dall'Università La Sapienza e dal CNR. Sono state trovate, tra le altre, grandi tombe a a camera di famiglie aristocratiche, databili alla fine del VII-inizio VI a.C. con ricchi corredi, riconducibili all'area della cultura veiente-capenate, attestanti l'esistenza di una comunità ricca in cui l'elemento dominante era rappresentato da guerrieri.
Tra questi spicca la sepoltura principesca della tomba XI da cui nonostante la devastazione subita, sono emersi chiaramente i simboli del potere: armi, pettorali in lamina d'oro e soprattutto il bellissimo carro da parata a due ruote e un calesse in bronzo, riccamente decorato, probabilmente di produzione ceretana. Gran parte dei reperti furono venduti alla Ny Carsberg Glyptotek di Copenaghen e solo nel luglio del 2016 sono stati restituiti all'Italia. Proprio in questi giorni è possibile ammirare il prezioso reperto, restaurato, presso Palazzo Dosi-Delfini a Rieti, nell'ambito della mostra Strada facendo, che sarà possbile visitare fino al 10 ottobre 2021, e, dopo, nella sua collocazione definitiva presso il Museo Civico Archeologico di Fara Sabina.
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Bergamaschi Maria Temide, DI Giovannandrea Riccardo ,Il Palazzo di Monterotondo; una residenza baronale della nobiltà romana in Sabina tra XVI e XIX secolo, Roma, Campisano, 2014 (stampa 2015)
BIBL CMRC CB 225
Il volume raccoglie nove inventari completi, di cui due inediti, compresi tra il 1636 e il 1868, non privi di elementi sorprendenti come i 216 quadri che elencano. Il rapporto tra l’uomo del passato e l’oggetto era più significativo di quello del contemporaneo, espresso attraverso il consumo, che ne condiziona utilizzo e possesso, per cui la “dignità legale” del bene si restringe al solo oggetto di valore, mentre, nel Seicento e nei secoli successivi, gli elenchi presentano oggetti che per noi sarebbero assolutamente trascurabili. Il senso di questa proiezione temporale e del valore simbolico del passaggio si coglie nel Palazzo di Monterotondo, quando certi oggetti si ritrovano nello stesso posto pur nella rovina cui sono arrivati.
Il cambiamento, che nel corso dei secoli l’edificio andrà assumendo, lo porterà da simbolo del potere baronale degli Orsini, a sede dell’amministrazione municipale, attraversando la splendida stagione del barocco romano dei Barberini, il XVIII secolo dei ricchi genovesi Grillo, declinando poi, con i Boncompagni-Ludovisi, verso un utilizzo più modesto, per arrivare alla sobrietà e al ruolo istituzionale di Palazzo civico.
 
 
 
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Ramazzotti Luigi (a cura di), Campagna urbana. La città in estensione nella bassa Sabina, Roma Cangemi 2014.
BIBL CMRC EB 65

Il territorio a nord-est di Roma, appena più su dell'incrocio tra il Tevere e la via Salaria, lungo il tracciato dell'antica via consolare: è questa l'area residuale dove negli ultimi sessant'anni ha messo radici un improbabile individuo urbano. Una piccola città, inattingibile e discontinua, che esemplifica una delle tante modalità della dispersione insediativa nella campagna agricola e nel paesaggio.
La ricerca, nel riferirsi ad un ambito morfologico circoscritto tra Passo Corese e Osteria Nuova, solleva alcune questioni di interesse più generale per le discipline del progetto. Si interroga infatti sull'adeguatezza dei procedimenti conoscitivi e sulla possibilità di individuare una grammatica compositiva aderente alle scritture dei luoghi.
 
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Mura Sommella Anna, Benedettini M. Gilda, Capena. La necropoli di San Martino in età orientalizzante, Roma, Giorgio Bretschneider, 2018
BIBL CMRC CONS 937.63 CAP 1
 
 Risalendo il corso del Tevere a monte di Veio s’incontrano sulla riva sinistra i siti di due antiche città, Capena e Falerii (odierna Civita Castellana), entrambe circondate da estese necropoli, oggetto di fruttuose ricerche, rimaste in larga misura inedite, rispettivamente all’inizio del ‘900 e alla fine dell’’800. Ricerche cui si deve la fondazione di un apposito museo, il Museo Nazionale di Villa Giulia. Anna Mura Sommella ha dedicato alla maggiore delle necropoli di Capena, quella in località San Martino, la tesi di laurea assegnatale da Massimo Pallottino e da lei discussa nel 1965, presso quella che allora era l’unica università di Roma. Tesi che ha richiesto un lungo e difficile lavoro di ricomposizione dei corredi, andati confusi a causa delle molte traversie subite prima di trovare collocazione nei depositi del nuovo Antiquarium di Lucus Feroniae.
In questo volume, curato con M. Gilda Benedettini e con la collaborazione di un gruppo di specialisti, Anna Mura riprende in mano la tesi del 1965, l’aggiorna e la amplia, dando l’edizione scientifica delle tombe di età orientalizzante conservate nel Museo Preistorico “L. Pigorini”, nel Museo diVilla Giulia e nei depositi della competente Soprintendenza. [...]
Oltre al catalogo delle tombe, il volume illustra la tipologia delle strutture e dei materiali, la loro datazione, le singole classi di oggetti, tra le quali particolare attenzione è stata riservata alla produzione ceramica e al suo repertorio decorativo, alle armi, ai cinturoni, ai carri e ai diversi aspetti del rituale funerario. [...]

 

dalla presentazione del prof. Giovanni Colonna al volume.

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