Breve storia della rivista

La nascita della rivista
Il 23 giugno 1952, a seguito della ridefinizione delle norme riguardanti le elezioni, le competenze e il funzionamento degli organi delle amministrazioni provinciali, si svolsero a Roma le prime elezioni provinciali del secondo dopoguerra. Meno di due anni dopo la Provincia di Roma ritenne necessario dotarsi di uno strumento di comunicazione ai cittadini delle sue molteplici attività. «Rassegna del Lazio», che per ben 22 anni (dal 1954 al 1975) fu la rivista ufficiale dell’Amministrazione provinciale, costituisce pertanto una testimonianza di notevole interesse per la storia istituzionale dell’Ente.

Gli anni ’50 e ‘60
Come evidenziava l’editoriale del Presidente Giuseppe Sotgiu, apparso nel primo fascicolo nel gennaio 1954, la rivista concedeva ampio spazio alle attività amministrative dell’Ente ed ai lavori del Consiglio e della Giunta, ma nello stesso tempo esprimeva la volontà dell’Amministrazione provinciale di risaltare il suo ruolo nella pianificazione regionale, imponendosi come ente trainante in ambito laziale nella prospettiva dei suoi nuovi futuri assetti politico-territoriali: lo sviluppo economico e sociale, agrario e industriale, l’organizzazione turistica, la viabilità. Pertanto negli anni ’50 e ’60 fiorirono sulla rivista molti contributi relativi a questi temi, che si traducevano in ricerche, analisi, studi, ipotesi di piani di sviluppo regionale. Non mancavano inoltre saggi di carattere storico e culturale, rivolti anch’essi a tutto l’ambito laziale.

Gli anni ‘70
Nel 1970 comparvero due soli numeri della rivista; nel 1971 fu pubblicato un numero unico, dedicato quasi interamente al centenario della nascita della Provincia di Roma. Le pubblicazioni ripresero regolarmente a partire dal novembre 1972.
L’editoriale del Presidente Giorgio La Morgia, che apriva la nuova serie, introduceva i nuovi orientamenti della rivista, quali i rapporti politico-istituzionali tra le Regioni appena costituite e le Province, nonché le principali problematiche emergenti alle soglie degli anni ’70, come la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Si ricorda in particolare la rubrica Le inchieste della Rassegna, curata di volta in volta da consulenti esperti o dai numerosi giornalisti che collaboravano alla rivista.
Le attività specifiche all’interno delle funzioni istituzionali di competenza dell’Amministrazione provinciale furono affidate al supplemento mensile «Rassegna del Lazio Attualità», di cui era stato pubblicato un fascicolo nel maggio del 1970, ma che non aveva avuto seguito fino al novembre del 1972.

L’organizzazione editoriale
Direttori responsabili della rivista sono sempre stati i Presidenti che si sono via via succeduti. Direzione, redazione e amministrazione avevano sede a Palazzo Valentini, e per le attività redazionali era stato allestito un apposito ambiente presso gli uffici della Biblioteca. Negli anni ’60 non esisteva una redazione formale, ma di fatto il bibliotecario responsabile della Biblioteca Provinciale curava gli aspetti redazionali della rivista; eventi particolari erano seguiti dagli stessi Assessori. Almeno due Direttori della Biblioteca, Elio Providenti e Roberto Mattia, collaborarono attivamente scrivendo recensioni e segnalazioni bibliografiche, e nel caso di Roberto Mattia anche contributi di carattere storico e culturale.
Nel 1970 appare un Redattore, Romano Magnolfi, ma solo nel 1975 risulta un comitato di redazione composto da Consiglieri appartenenti a tutte le forze politiche; capo redattore era invece il cronista Romano Bartoloni. Peraltro dopo l’uscita di soli due fascicoli dalla nomina del comitato di redazione, nel dicembre 1975 la rivista fu definitivamente interrotta, mentre il supplemento «Attualità» si era fermato al maggio dello stesso anno, probabilmente per difficoltà di bilancio.

La diffusione
«Rassegna del Lazio» veniva diffusa presso tutti gli enti locali ed istituzionali del Lazio, la Camera dei Deputati e il Senato, gli editori di stampa quotidiana e periodica, nonché gli enti pubblici quali l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, l’Unione delle Province d’Italia, l’Unione Regionale delle Province del Lazio, le Università, e le aziende pubbliche romane e laziali.

 

 

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