Dacia Maraini e Campagnano di Roma

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Dacia Maraini (Fiesole, 13 novembre 1936), autrice di romanzi, saggi, scritti teatrali e poesie, tradotta in oltre venti lingue in tutto il mondo e vincitrice di numerosissimi premi letterari, tra i quali lo Strega e il Campiello, dedicò una delle sue poesie alla cittadina di Campagnano, dove possedeva una villetta con vista sulle colline.

Campagnano è a pochi chilometri da Roma, eppure è così diversa, antica, “aspra e quieta”. La scrittrice la rappresenta come un quadro “sotto un fiorire di cieli bianchi e soli rosa”, nel ritmo lento delle stagioni che scorrono, mentre il carciofo, prelibato e prezioso alimento del territorio, fiorisce e matura.

 

“Torno a rivederti Campagnano
sepolta sotto la neve in un
abbacinato fiorire di cieli bianchi
e soli rosa e rami secchi feriti,
il mio cane vola come folaga
col muso di gomma nera all’aria,
un lenzuolo di ghiaccio copre i suoi campi
chissà se lì geleranno i carciofi!
Torno a rivederti Campagnano
siamo ad agosto e la terra è secca
bruciano i tuoi pascoli, bruciano
ferocemente i tuoi boschi e le tue strade
sul Corso si aprono due vetrine nuove
le donne preparano marmellata di prugne
gli uomini giocano a carte al bar
gli uccelli volano via terrorizzati.
Torno a rivederti Campagnano
siamo a settembre e non piove
non cade una goccia di acqua
sulle scarpe nuove delle
ragazzine vestite a festa,
quando morirò vorrei riposare qui
nel tuo cimitero in salita
fra i rozzi cipressi e le ginestre dorate.
Torno a rivederti Campagnano
siamo a dicembre e ormai si sa
che i carciofi si sono salvati
al Comune si fa una mostra di fotografia
giovani sposi in nero e due bambine
dalle calzette corte che oggi
attraversano la piazza appoggiandosi
ad un bastone, le mani fitte di rughe.
Torno a rivederti Campagnano
nel rotolare delle settimane
e tu sei sempre lì aspra e quieta
con i tuoi occhi di pietra grigia
su cui spuntano ardite le ortiche
finalmente i carciofi mettono le foglie
mentre in strada si esibiscono le automobili
e dalle bancarelle pendono collanine di
vetro blù”.

 

 

 

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